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CAGLIARI E FIORENTINA... CAMPIONI D'ITALIA!

di Stefano Borgi

Sembra impossibile, ma un tempo (e lo diciamo a beneficio dei nostri giovani lettori) si poteva vincere lo scudetto anche senza chiamarsi Inter, Milan o Juventus. Il famigerato triangolare, che da anni monopolizza il campionato italiano, vedeva saltuariamente l'intrusione di outsiders come il Bologna, il Torino, il Cagliari, la Fiorentina, fino al Verona di Bagnoli e la Sampdoria di Boskov. Unica eccezione il Napoli di Maradona, due volte campione nell'88 e nel '90, ma c'era appunto...Maradona. Il discorso di Roma e Lazio invece (scudettate nell'83' e nel 2001 i giallorossi, nel 2000 i biancocelesti) è diverso, poichè il potere romanocentrico esula da valutazioni logiche e razionali, e per questo non fa testo. Bastava, insomma, fare calcio nel modo migliore, con un occhio al bilancio e due al campo, cercando di fare un gol in più dell'avversario, rispettando il cuore dei tifosi, senza accapigliarsi per i diritti televisivi, inseguire fantomatiche plusvalenze (al tempo manco si sapeva cosa voleva dire... plusvalenza), ricorrere a fidejussioni false piuttosto che a decreti spalmadebiti. E credeteci, cari giovani lettori, non son discorsi da vecchi, è la pura e semplice verità.

Cagliari e Fiorentina, che domenica si affronteranno dai bassifondi della classifica, un tempo dunque dominavano la scena con il Sant'Elia ed il "Comunale" campi principali di "Tutto il calcio minuto per minuto". Se li rimpallavano Enrico Ameri e Sandro Ciotti, le due voci regine (come avrebbe detto Lelio Luttazzi) coordinati magistralmente da Roberto Bortoluzzi, intente a raccontare le gesta di "Giggirriva" (o "Rombo di Tuono" come lo chiamava Gianni Brera), di Albertosi, Domenghini, Boninsegna e Bobo Gori, sotto l'egida dall'allenatore filosofo Manlio Scopigno. Dall'altra parte rispondeva "Picchio" De Sisti, regista di una Fiorentina ye-ye sbocciata rigogliosamente, con i vari Maraschi, Chiarugi, Amarildo, Merlo, Ferrante e Brizi. Pigmalione della creatura viola il tecnico argentino  Bruno Pesaola, detto il "Petisso", gran fumatore ed appassionato di Peppino Gagliardi. I viola diventarono campioni d'Italia nel '68-'69 (guarda caso davanti al Cagliari, di quattro punti... 45 contro 41), i rossoblù risposero l'anno dopo vincendo il loro primo ed unico scudetto (seconda l'Inter, terza la juventus, quarto il Milan...così andava il Mondo). "Fiorentina e Cagliari campioni d'Italia nel 69' e nel 70', bel periodo, bei ricordi - racconta Riva con un pò di nostalgia. Erano squadre competitive, spettacolari. Se potranno, un giorno, lottare di nuovo per lo scudetto? La Fiorentina è stata per anni ad alti livelli, e credo ci possa tornare. Nel 2002 era morta, poi grazie alla bravura e all'entusiasmo di proprietari come i Della Valle è risorta. A Firenze dovete essere orgogliosi perchè dopo un periodo bruttissimo siete ripartiti dalle fondamenta e passo passo la Fiorentina è diventata grande. Il Cagliari un pò meno, anche se rimane una buona squadra." Quelle tra Fiorentina e Cagliari dell'epoca sono sempre state sfide all'insegna dell'equilibrio, spesso con qualche sana polemica... "Erano degli incontri effettivamente molto equilibrati. Ricordo quello del 1969 con la Fiorentina a punteggio pieno dopo quattro giornate. Noi, secondi ad un punto, vinciamo a Firenze con un mio gol su rigore ed al 90' l'arbitro Lo Bello annulla un gol di Amarildo per fuorigioco. Ci fu un pò di caos, ma la sera alla Domenica sportiva si vide che il fuorigioco era netto. Noi quell'anno vincemmo il campionato".

Ricordiamole, allora, quelle sfide tra Cagliari e Fiorentina disputate nei due anni tricolori: il 13 ottobre 1968 Cagliari-Fiorentina finisce 1-1 con i gol di Maraschi e Riva. E' l'anno dello scudetto viola, e nessuno ancora immagina che le due compagini domineranno la stagione. Nel ritorno ancora un pareggio, sempre per 1-1, ancora Maraschi e Riva i marcatori. Alla fine la Fiorentina si laureerà campione d'Italia. Pochi mesi ed il Cagliari si prende la rivincita. Il 12 ottobre 1969 il Fiorentina-Cagliari 0-1 già raccontato da Riva, l'8 febbraio 1970 un patto di non belligeranza firmò uno 0-0 che pose un altro tassello per lo storico trionfo rossoblù. Al termine il Cagliari chiuderà con 45 punti contro i 36 della Fiorentina (5° nella classifica finale). Altri tempi, altre storie, certamente un altro calcio. Qualche esempio? I numeri erano dall'uno all'undici, gli esterni si chiamavano ali, le ripartenze...contropiedi. I centrali erano il libero e lo stopper, il vertice basso era il centromediano metodista, mentre il vertice alto era il rifinitore. Il pallone, poi, era a scacchi bianchi e neri, gli arbitri erano tutti vestiti uguali (di nero), le partite si giocavano tutte di domenica e cominciavano tutte alle 14,30. Perdòn, cominciavano tutte da 0-0... Non come oggi.


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