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CALA IL SIPARIO SUL... "PRANDELLI SHOW"

di Stefano Borgi
foto di Stefano Borgi

Due anni esatti dalla fine del "ciclo", 730 giorni (nè uno di più, nè uno di meno) da quello che fu il canto del cigno della Fiorentina di Cesare Prandelli. Perchè ne parliamo? Un pò per la sovrapposizione di date, un pò perchè (ripetiamo: a ben due anni di distanza!) non si intravede una ripartenza. Quella sera si giocava Fiorentina-Inter semifinale di ritorno di coppa Italia, e correva il 13 aprile 2010. La Fiorentina perse 1-0 (stesso risultato dell'andata a San Siro) e si trattò dell'ultima serata "di gala" di Cesare sulla panchina viola. Da allora si spengono le luci, scorrono i titoli di coda... cala il sipario sul "Prandelli show".

Ma andiamo con ordine. Fateci caso, c'è sempre un motivo per parlare di Cesare Prandelli. Sopratutto a Firenze, dove il "pranda" gode tuttora della percentuale bulgara di consensi, della sola immunità (per meriti acquisiti, non come certi parlamentari) conferita dal popolo. Cesare abita a Firenze, gira per Firenze, parla, dialoga con Firenze. Certo che lui ed i fiorentini non si tradiranno mai. C'è poi il ruolo istituzionale di C.T della nazionale, ma a Firenze poco importa. Anzi, qualcuno dice che la maglia azzurra gli stia pure male. Allo stesso tempo (a conferma che il suo nome non passa mai di moda), si è tornati recentemente a parlare di Cesare in chiave viola come cavallo di ritorno, per ricostruire, riedificare, ricominciare quel ciclo interrotto bruscamente (appunto) due anni fa. In tanti hanno provato ad individuare il momento, il movente che avrebbe "ucciso" la favola di Prandelli a Firenze. C'è chi dice la sera del 13 febbraio 2010 (leggi: il libro "Sprofondo viola" edito dalla NTE) al termine di un Sampdoria-Fiorentina, quando Mario Cognigni "invitò" il mago di Orz (qualora ne avesse avuta l'occasione) a trovarsi un'altra sistemazione, delegittimando di fatto il lavoro di Cesare. C'è invece chi indica la sera di Bayern-Fiorentina del 17 febbraio, andata degli ottavi di Champions League, col "furto" a mano armata del panciuto arbitro Ovrebo. Altri ancora (e sono la maggioranza) circoscrivono il tutto all'uscita dalla stessa Champions, cioè il ritorno con i bavaresi del 9 marzo 2010, un 3-2 firmato Jovetic, bellissimo e altrettanto maledetto. Noi, per non far torto a nessuno, ne indichiamo un quarto: la sconfitta contro l'Inter di Mourinho del 13 aprile 2010, semifinale di ritorno di coppa Italia. Vinse l'Inter per 1-0 con gol di Eto'o al 57', e da quel momento la Fiorentina smise praticamente di giocare. E quel che è peggio, non ha ancora ricominciato. Seguirono, infatti, una serie di prove disarmanti: sconfitta a Bergamo con l'Atalanta, sconfitta in casa col Chievo, sconfitta a Milano col Milan, pareggio incolore in casa col Siena, sconfitta all'ultima col Bari. Risultato: 1 punto in 5 partite, 11° posto finale in classifica, 17 sconfitte totali in campionato, un record (?) di 47 punti, minimo storico nella gestione Prandelli. Eppure in quella stagione la Fiorentina era arrivata agli ottavi di Champions ed in semifinale di coppa Italia, sacrificata sull'altare del "triplete" nerazzurro. Quello con l'Inter fu l'ultimo acuto, l'ultimo guizzo, l'ultimo mercoledì da leoni nel quale lottare per un traguardo, per un trofeo.

Ancora oggi si parla di quel ciclo, di quei quattro anni stupendi, di come sarebbe bello rivivere certe emozioni, reinnamorarsi del colore viola. Qualcuno forse giudicherà ozioso questo cedere al rimpianto, al ricordo, a qualcosa che difficilmente potrà tornare. Noi, invece, la pensiamo diversamente, a noi hanno insegnato che... "historia magistra vitae", che senza passato non c'è futuro. Pantaleo Corvino ebbe a dire un anno fa: "Per considerare chiuso un ciclo, bisogna passarci dentro..." Ecco, a due anni di distanza la Fiorentina "c'è passata", ma (ahimè) sta ancora cercando l'uscita. L'occasione adesso è ghiotta, irrinunciabile. Chi deve decidere, decida... ma lo faccia in fretta. 

P.S - A proposito di ricordi e lucciconi agli occhi... Qualcuno ha dato un'occhiata alle formazioni di Genoa-Cesena dell'ultimo turno di campionato? Con i rossoblù giocavano Frey e Gilardino (oltre a Marco Rossi, Moretti e... Malesani). Tra i bianconeri romagnoli sono scesi in campo Santana e Mutu... Quattro protagonisti del famigerato ciclo, tutti insieme, con casacche diverse e qualche anno in più. E che dire del gol del "fenomeno"? Cross di Santana, tiro al volo di Adrian... perfetto, imparabile, tecnicamente ineccepibile. Comunque vada, a loro va il nostro grazie. E chissà se in tribuna ci sarà stato anche Cesare Prandelli...


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