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CHI SI FERMA E' PERDUTO (O QUASI...)

di Stefano Borgi

Parlavamo con Giancarlo Antognoni all'indomani di Fiorentina-Roma del 4 maggio scorso. Il risultato di 1-0 per i giallorossi sembrava aver estromesso definitivamente i viola dalla corsa Champions, ed il "capitano" esprimeva un rimpianto... "Peccato, perchè è un'occasione persa. Questo era l'anno buono: l'Inter ha sbagliato la stagione, il Milan anche... nonostante la rimonta. La Roma, poi, non ne parliamo, e la Lazio è sempre a metà. Nè carne nè pesce. L'unico è il Napoli, oltre la Juventus che è nettamente la più forte. Ma le altre... Ecco perchè questo era l'anno buono per arrivare terzi, ed andare in Champions League". Al che noi rispondiamo: "Va beh, comunque la Fiorentina ha già preso Giuseppe Rossi. Della Valle ha promesso nuovi investimenti, farà una squadra più forte. Se quest'anno arriviamo quarti, l'anno prossimo..." E Antognoni di rimando: "Già, perchè secondo te Milan, Inter, Roma staranno ferme? E il Napoli? La stessa Juventus si rinforzerà per vincere la Champions. E poi quest'anno la Fiorentina era una sorpresa... Dai retta a me, l'anno prossimo sarà tutto più difficile, l'anno buono era questo". Che dire, Antognoni aveva ragione. O meglio, sembra avere ragione... per ora. Lasciamo da parte il Milan che un'altra volta mostra la corda (sabato comunque ha vinto), ma l'Inter sembra trasformata. Da Stramaccioni a Mazzarri (come si dice a Firenze) "c'è quanto mangiare e..." Poi Milito che rientra, Alvarez che "spacca", Icardi, Jonathan, Juan Jesus, tutte alternative che la stagione scorsa non c'erano. Va bene il pareggio di Cagliari (immeritato, dovevano vincere) ma la vittoria contro i viola ha mostrato un Inter quadrata, solida, rognosa. Inferiore nel gioco e nella manovra, ma fisicamente superiore. E' un dato di fatto, l'Inter è tornata e durerà fino alla fine. Come aveva pronosticato il "capitano". Per non parlare della Roma. Dopo la sconfitta nel derby, in finale di Tim Cup, si era aperta una crisi che appariva irreversibile. Le cessioni di Lamela ed Osvaldo, poi, sembravano aggravare la situazione. Il tecnico Carneade (Rudy Garcia), il rifiuto di Allegri, l'addio di Franco Baldini, la dirigenza americana ("che vuoi che ne sappiano loro di calcio" si sentiva dire...) tutto portava all'ennesimo flop giallorosso. E invece il 5-0 al Bologna significa la sesta vittoria su sei partite, la testa della classifica in solitaria, 8 punti in più della Fiorentina (riducibili a 5, ma pur sempre 5...) Sopratutto la consapevolezza che per la corsa Champions c'è anche, e sopratutto, la Roma. Proprio come aveva detto Antognoni. Incredibile anche il Napoli: si è rinforzato nonostante la cessione di Cavani. E la Juve (come sempre guardata benevolmente dagli arbitri) si è tutelata con Tevez e Llorente, si ritrova un Pogba maturato, decisivo, insomma... è più forte dell'anno scorso. Sempre secondo le previsioni dell'unico 10.

VINCERE E VINCEREMO - E la Fiorentina? E' presto detto: deve ripartire, prendersi i tre punti col Parma. Con le buone o con le cattive. Anche perchè chi si ferma è perduto. Certo, siamo solo alla sesta giornata, ma ad oggi la Fiorentina è 5° in classifica con 10 punti. Prima di lei la Roma (+8), Napoli e Juve (+6), Inter a + 4. In caso di pareggio i viola salirebbero ad 11, staccano Lazio e Verona ferme a 10, ma restano comunque lontani dai piani alti della classifica. Come accade nella società civile, la classe media sta scomparendo: ci sono i ricchi, ci sono i poveri (nessun riferimento musicale) e la Fiorentina deve agganciare il treno dell'alta classifica. Per non restare nel limbo, anche a livello psicologico. Rientra Pizarro, ritorna Vargas, forse si rivede Cuadrado. In attesa di Mario Gomez. Dopo il Parma, ci sarà il Dnipro in Europa League poi la Lazio. E dopo la sosta la Juventus al Franchi. A quel punto sapremo cosa vuol fare la Fiorentina da grande, ma è ora che la squadra di Montella deve delle risposte: a se stessa, ai propri tifosi, al campionato. A cominciare dai tre punti di stasera col Parma.