.

CUADRADO, TRA GARRINCHA E JULINHO...

di Stefano Borgi

"Cuadrado? Ha qualcosa di Julinho, sopratutto la partenza, la postura nel dribbling. Poi però no... sono diversi. Se vuoi uno che somigli a Cuadrado dico Garrincha. Anche il brasiliano faceva sempre la stessa finta, andava via sempre dalla stessa parte, però l'avversario ci cascava. Sì... Cuadrado sembra Garrincha 50 anni dopo, anche se al tempo si andava più lenti". Chi parla è un collega (Raffaello Paloscia, mi perdoni se ti chiamo così?) con qualche anno in più di me, con tanta esperienza in più di me. Sopratutto Julinho e Garrincha li ha visti giocare, li ha raccontati, celebrati, e per questo è in grado di giudicare. "Venendo ai giorni nostri ti posso citare Daniel Bertoni, Enrico Chiesa - aggiunge Raffaello - però rispetto a Cuadrado erano più realizzatori, segnavano più gol. Poi restando alla Fiorentina mi viene in mente Pasquale Iachini. Certo può migliorare, comunque già da ora il colombiano è ai loro livelli". Si sa, il gioco del paragone ha sempre appassionato tutti, e noi non facciamo eccezione. Juan Cuadrado, a nostro parer il miglior calciatore viola della passata stagione, sta di nuovo sbalordendo tutti: col Grasshopper in coppa, con il Catania in campionato è stato il migliore in campo, semplicemente decisivo, e allora si sprecano i parallelismi con i grandi del passato. Viola e non. Siamo sinceri, speravamo che il buon Raffaello desse forza alla candidatura Julinho, così... per un paragone romantico col glorioso passato gigliato. E invece... "Sono diversi perchè Cuadrado ha più esplosività, più velocità nel dribbling - precisa - Julinho invece aveva un piede migliore, era più maturo tatticamente, e poi faceva qualche gol in più. Julinho spesso si accentrava, partecipava alla manovra, insomma aveva uno spessore maggiore. Però solo il paragone col grande Julio (appellativo confidenziale, dato che il brasiliano si chiamava Julio Botelho ndr.) deve far piacere a Cuadrado: Julinho è stato un fuoriclasse, uno dei più grandi giocatori della storia". Non abbiamo dubbi, Cuadrado apprezza e ringrazia, però noi non ci fermiamo e cerchiamo altri paragoni. Sempre con Raffaello proviamo a dire: Keegan? Dalglish? "Keegan era come Julinho - rincara Paloscia - grande dribbling, ma anche lui partecipava parecchio al gioco. Voglio dire: Cuadrado è ancora un pò troppo individualista, tiene troppo palla, ma l'ho detto... migliorerà, e allora diventerà un campione completo". Quindi per concludere, Garrincha vince sugli altri? "Sì, Garrincha è quello che somiglia di più a Cuadrado. Attenzione, perchè Garrincha e Pelè sono stati i due più grandi campioni del calcio brasiliano, anche in questo caso Cuadrado mi deve ringraziare".

TRA DONADONI E CLAUDIO SALA - Ok, accogliamo il giudizio di Paloscia e del resto "Ubi Maior..." Però noi proviamo ad individuarne qualcun altro, e ci viene in mente Roberto Donadoni. Ala destra purissima, Donadoni fece la fortuna dell'Atalanta di Sonetti prima, del Milan di Sacchi e Capello dopo. Rapidità, velocità, dribbling strettissimo, prevalentemente destro ma anche sinistro. Per noi (dopo Garrincha) è quello che si avvicina di più a Cuadrado. Poi Claudio Sala. Il "poeta del gol" ci ricorda il colombiano per la facilità di "guadagnare" la linea di fondo. In questo caso ringraziano Graziani e Pulici che, col Toro di metà anni '70, realizzarono valanghe di gol. Poi un amico (lo citiamo volentieri, Marco Gori, un pioniere di Firenzeviola) ci dà due dritte che accogliamo: Pierino Fanna e Gianluigi Lentini. Il primo fece il "fenomeno" nel Verona di Bagnoli, scudettato nel 1985. Scarsocrinito, velocissimo ed ubriacante nel dribbling, ballò poche stagioni prima di finire nell'Inter del presidente Pellegrini. Lentini beh... tutti lo ricordano per l'incidente in macchina del 2 agosto 1993 che lo mise fuorigioco dal grande calcio. Però ad inizio degli anni '90, prima nel Torino poi nel Milan, incarnava la vera ala destra che caracollava, cercava l'uno contro uno, e crossava teso dal fondo. Differenze con Cuadrado? Lentini era più grosso, più potente, giocoforza meno veloce, meno rapido. Altri nomi sparsi: Jair dell'Inter (e quì torniamo agli anni '70), Cafù e Mancini della Roma, forse Cerci del Torino.  Chiudiamo con due mostri sacri, che ricordano Cuadrado più per il ruolo che per le caratteristiche: Causio e Bruno Conti. Altri tempi, altro calcio, però la tecnica è la stessa, la voglia di creare superiorità numerica anche. Allo stesso modo la precisione nel cross, la forza nel conquistare il fondo, vera manna per i centravanti di ruolo. Insomma, Juan Cuadrado ha qualcosa di tutti questi campioni che abbiamo citato, in comune ha sopratutto la capacità di essere leggero, imprendibile, inafferrabile. Non a caso si chiamavano ali, anche se oggi li chiamano esterni...


Altre notizie
Martedì 24 dicembre
PUBBLICITÀ