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E DELIO CORSE SOTTO LA "FIESOLE"...

di Stefano Borgi

"La scena ce l'abbiamo tutta qua, è come se l'avessimo già vissuta. La Fiorentina batte il Milan con un gol al 92' e Delio (basta il nome, come si fa come un vecchio amico) corre verso di noi impazzito di gioia. Come fece quella volta Malesani, come fece anche Terim... del resto Delio è uno di noi". Pensate un po', Delio Rossi è appena arrivato ed è già uno di loro. Ci piace immaginarlo così un dialogo tra due tifosi della "Fiesole", che ancora non riescono a crederci: finisce un incubo chiamato Mihajlovic, comincia un sogno chiamato Delio Rossi. Lo spunto onirico ce lo offre il derby Lazio-Roma del 19 marzo 2008, deciso da un gol di Behrami (guarda caso...) realizzato proprio nei minuti di recupero. In quel momento, con l'Olimpico in delirio, Delio Rossi (allora tecnico dei biancocelesti) piazza uno scatto vincente verso la "nord", e festeggia ebbro di gioia come l'ultras più scatenato. C'è voluto un attimo ed abbiamo rivisto la corsa di Malesani ad Udine, di Terim contro la Reggina. Per entrambi era una "prima": per Alberto da Verona l'esordio in campionato sublimato dalla tripletta di Batistuta, per l'Imperatore il debutto davanti al suo pubblico, bagnato (in tutti i sensi, pioveva a dirotto) dai gol di Leandro e Nuno Gomes. Va detto, poi, che Delio Rossi non era nuovo ad imprese del genere: memorabile, nel dicembre 2006, il tuffo nella fontana del "Gianicolo" dopo un derby (sempre il derby...) vinto quella volta per 3-0. Sarebbe come se, al ritorno di Fiorentina-Juventus (il derby di Firenze), Delio si buttasse nella fontana del "biancone" in piazza Signoria, magari dopo un gol vincente di Jovetic.

Se ci pensate bene, l'accostamento tra Delio Rossi, Malesani e Terim ci sta tutto: tutti e tre profeti del bel gioco, tutti e tre insegnanti di calcio, tutti e tre grandi motivatori, portatori sani di entusiasmo. Di questo ha bisogno Firenze: passione, voglia di rinnamorarsi della proprio squadra, piacere di tornare allo stadio a tifare Fiorentina. La "prima" di Delio sarà il 19 novembre contro il Milan all'Artemio Franchi. Peccato, non ci sarà Behrami (infortunato, l'ultimo regalo della dabbenaggine di Sinisa) che quindi non potrà reinterpretare il remake di cui sopra, ma (c'è da giurarlo) ci sarà il pubblico delle grandi occasioni. Metteteci tutto: il fascino dell'avversario, la fine dell'incubo Mihajlovic, la speranza di un Prandelli-bis (non l'abbiamo detto, ma tra i due sono tanti i punti di contatto), la rincorsa all'Europa traguardo dichiarato dei Della Valle. E a proposito, serebbe bello che quella sera ci fosse anche "Don Diego" per benedire la notte della rinascita, griffare l'inizio del nuovo progetto Fiorentina. Al resto ci penserà Delio Rossi, col suo immancabile chewingum, magari accompagnato dalla bellisssima figlia Greta (brava e bella, ex-miss, per di più laureata con 110 e lode) e dalla moglie Maria Rosaria, ex-pallavolista.

Il finale, poi, è già scritto: una folle corsa sotto la "Fiesole", a suggellare il primo abbraccio di una storia che si preannuncia... infinita. Delio valorizza i giovani, non si cristallizza su un solo modulo (fermo restando la difesa a quattro), adatta il sistema di gioco ai giocatori a disposizione. Dal 4-3-1-2, al "rombo", all'albero di Natale... Delio è un allenatore "vero". Ma sopratutto è un uomo vero, uno verace, in una parola... un fiorentino nato per errore a Rimini. Ok, fermiamoci qui, perchè poi sarà il campo a dirci se avremo ragione o meno. Un risultato, però, è già stato raggiunto: per una volta i Della Valle hanno abbracciato i gusti dei tifosi, e la riprova la avremo tra 11 giorni quando alle formazioni di Fiorentina-Milan si alzerà l'urlo di un Franchi (finalmente) esaurito.


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