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E IL SESTO GIORNO D(EL)IO SI RIPOSÒ...

di Stefano Borgi

Qualcuno più famoso di lui, si riposò il settimo giorno. Delio no, più modestamente si è fermato dopo sei, pronto a ripartire già dalla mattina dopo. Anche allora cascava di domenica, e Dio (si chiamava così), dopo aver creato giorno e notte, terra e mare, flora e fauna, Adamo ed Eva... si riposò. A suo modo anche Delio ha creato, anzi... ha (ri)creato l'entusiasmo, la passione di andare allo stadio, la voglia di tifare Fiorentina. E anche questo, (sempre a suo modo) lo si può considerare un miracolo. Da martedì 7 novembre a sabato 12, cinque giorni vissuti tutti d'un fiato, senza pausa, senza vedere la famiglia, anzi... trascorsi con la sua nuova famiglia, la Fiorentina. Cinque giorni impiegati a fare il dottore (Corvino dixit), lo psicologo, il giardiniere (leggi: coltivatore di pianticelle), financo l'allenatore, per un nucleo da ricostruire, da rimotivare, anche se il bello (o il brutto, a seconda dei punti di vista) deve ancora venire: mercoledì tornano i nazionali (Vargas addirittura venerdì) ed allora sarà chiaro a tutti che in Fiorentina qualcosa è cambiato. In meglio, diciamo noi... aspettiamo e vediamo, dicono loro.

Piccolo ripasso. L'avventura del signor Rossi sulla panchina viola comincia martedì 7 novembre alle ore 18, e l'impatto è fragoroso: con i giornalisti ("caspita quanti siete, se lo sapevo mi pettinavo meglio" ebbe a dire il neo mister alla vista della sala stampa, piena come non mai), con i tifosi ("ragazzi, datemi una mano" riesce a dire con un filo di voce davanti a mille cuori viola in festa). Al termine, cena esplorativa e programmatica con Pantaleo Corvino. Mercoledì 8 novembre il primo allenamento. Delio Rossi arriva al centro sportivo di prima mattina (praticamente lo apre, da qui la qualifica di custode di cui sopra), incontra la squadra, instaura colloqui personalizzati, pranza con un panino (mentre i giocatori vanno al "Godò"... niente paura, tutti autorizzati ed accompagnati) mette a punto un programma di recupero fisico che prevede due allenamenti al giorno. Uno la mattina (deterrente per le uscite notturne), uno il pomeriggio. Nessuna piazzata, nessuna alzata di voce, i ritmi sono questi e non si discute. Ah, dimenticavo... Delio Rossi resta nel centro sportivo fino alle 20, altro che custode... Sabato 12 novembre la prima uscita, ore 10.30 amichevole con la Rondinella. Un derby, e sì che Delio di derby se ne intende. La gente capisce, la gente recepisce, Firenze (per una volta) si sveglia volentieri pensando alla Fiorentina e muove verso il Franchi. "Dove andate a quest'ora?" sembrano dire mamme, nonne, mogli, badanti (lo stadio era pieno di pensionati...) "Oggi gioca la Fiorentina di Delio Rossi. Non possiamo mancare, ce lo ha chiesto lui" è più o meno la risposta. E allora Firenze c'è, Firenze non tradisce, sabato alle 10.30 erano in 5.000, più di una partita di coppa Italia. Fiorentina-Rondinella finisce 10-0, ma conta poco. Conta, invece, vedere il dottor Rossi correre sulla linea laterale e dispensare consigli, conta quel blocco notes pieno di schemi che lui tiene tra le mani, contano i due time-out di cestistica memoria per rinfrescare movimenti ed automatismi. Conta (ancor di più, se vogliamo) quella stretta di mano con Andrea della Valle che sancisce il nuovo patto di stabilità (ora va pure di moda...) La garanzia tecnica che si sposa con quella societaria, due parallele, un ideale binario per l'Europa. E questo è solo l'inizio. Domenica 13 Delio si è riposato, forse è tornato a Roma per gli effetti personali, un bacio alla moglie, una carezza alla figlia miss e laureata, una stretta di mano col figlio... e tanti auguri. Da oggi si ricomincia, e il bello deve ancora venire. Si chiama Milan.


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