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FELICITA' A MOMENTI... E FUTURO INCERTO

di Stefano Borgi

Scusate, forse ci siamo sbagliati. Tutti i discorsi fatti su... "Diego nell'alto dei cieli", sul potere taumaturgico di Diego, sulle "tre D" di Diego, e Diego di qui Diego di là, Diego di sotto, di sopra... Poi arriva un Palermo qualunque e azzera tutto... o quasi. Certo il risveglio è stato brusco, il brodino con i rosanero ha evitato almeno il trauma della sconfitta ma è una magra consolazione, un flebile conforto. Dopo i peana di San Siro, arrivano i fischi del “Franchi”, ed il coraggio che come disse Don Abbondio... “uno non se lo può dare”. Poi metteteci la colpevole assenza dei valori aggiunti: Amauri, Montolivo, Jovetic... chi li ha visti? La realtà, insomma, ci dice di un Lecce arrembante (ma qualcuno glielo ha detto che potrebbe essere tutto inutile?) un calendario infido (Roma fuori, Inter in casa, Atalanta fuori...) e rimanda indietro come un boomerang i timori, le incertezze, le fragilità evidenti di una squadra psicolabile.

Ieri sera abbiamo visto una Fiorentina incapace di mettere in fila due partite degne di questo nome, che ha paura anche della sua ombra, che addirittura spinge un'offensivista della prima ora come Delio Rossi ad accontentarsi, a non mettere una punta per timore di scoprirsi e perdere la partita. E allora sì che sarebbe montata la paura. Due rapidi calcoli: Lecce a -3, in vantaggio nello scontro diretto (quindi ad un teorico -2) con il ritorno alla penultima in casa. A questo proposito una piccola digressione: e pensare che solo tre anni fa, proprio a Lecce, conquistammo la matematica qualificazione per la Champions... Torniamo al presente. A questo punto meglio forse far la corsa su Genoa e Parma, sulle quali la Fiorentina è in vantaggio nella classifica avulsa. 

"Felicità a momenti" abbiamo titolato, e siamo stati larghi perchè di momenti felici, negli ultimi tempi, ne abbiamo vissuti davvero pochi. Ci ha pensato Delio Rossi a ricordarcene qualcuno, cui fa eco Andrea Della Valle: i 4 punti nelle ultime due partite, l'impresa di Milano, il grande inizio contro i rosanero con tre occasioni da rete nei primi 5 minuti, gli incontri (produttivi a suo dire) con i tifosi in settimana, l'apparizione di Padre Diego... Noi, ci perdonerà l'ex-presidente, ma di felice vediamo solo l'ultima giornata di campionato, quando si metterà la parola fine allo scempio di questi due anni... se possibile ancora in serie A. Abbiamo anche titolato: "futuro incerto". Qualcuno avrà riconosciuto le parole di una celebre hit di Tonino Carotone, dove l'incipit recitava: "E' un mondo difficile". Difficilissimo aggiungiamo noi, come difficilissimo è pronosticare il futuro viola. Quello immediato (inutile ripeterlo) ha un solo obiettivo: la salvezza. Quello prossimo, invece, si gioca su due tavoli: societario ed imprenditoriale. Ieri allo stadio (in tribuna laterale, ben nascosto, ma è difficile "farla" ai fiorentini...) si è visto Giovanni Sartori. L'attuale direttore sportivo del Chievo stava studiando la sua futura squadra, non c'è dubbio, a meno che fosse venuto a visitare gli Uffizi ed avesse trovato chiuso. Futuro, quindi, incerto perchè manca l'ufficialità, ma molto più chiaro di quello che sembra. Sull'altro tavolo c'è la Mercafir, la mini-cittadella, il nuovo stadio (e qui, hai voglia ad incertezza)...in una frase: il futuro della Fiorentina. Eh già, perchè Rossi o non Rossi, Sartori o non Sartori, la querelle comune-Della Valle è decisiva, dirimente, fondamentale. Nel primo tempo di Fiorentina-Palermo ADV ed il sindaco Matteo Renzi hanno giocato una partita nella partita. Tra di loro un cinguettio continuo, sorrisi e pacche sulle spalle che dicono e non dicono. Nella ripresa la partita è andata avanti negli spogliatoi, visto che entrambi si sono dileguati al riparo da occhi indiscreti. Se son rose fioriranno, ma l'incertezza rimane. Sopratutto resta incerto il reale interesse per quella che (comunque) sarebbe una "diminutio" dal famoso progetto iniziale del "Four Season". E sappiamo quanto i "fratelloni" marchigiani siano orgogliosi, puntigliosi, permalosi al limite dell'autolesionismo. Anche in questo caso... chi vivrà vedrà. Adesso la priorità si chiama Olimpico di Roma e l'ennesimo tabù da sfatare. Col Milan il digiuno di vittorie si è interrotto dopo 11 anni, con i giallorossi l'astinenza dura addirittura da 19. Fate un pò voi...


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