FIRENZE, FRA NOSTALGIA E SPERANZE, SOGNA UN BOMBER
Batigol la scorsa settimana era a Firenze e la sua presenza in riva all’Arno ha rievocato, nella mente di tutti, dolci ricordi: dal sombrero su Baresi a San Siro in Supercoppa italiana all’indimenticabile gol a Wembley.
Il pensiero è corso veloce agli anni in cui il bomber argentino si caricava il destino della squadra sulle larghe e possenti spalle, accarezzate dalla chioma leonina. I fiorentini confidavano nei suoi piedi, nelle sue potenti punizioni, nei suoi “spalla contro spalla” con gli avversari, che lo portavano ad involarsi verso la porta con la forza e la solidità di un panzer. Anche quando le idee e il gioco latitavano ci si affidava, sereni, allo schema più semplice e collaudato: lancio di Toldo su Batistuta…..alla soluzione ci pensava lui.
E ci ha pensato 207 volte: tanti sono stati i gol segnati dal bomber argentino con la maglia viola fra campionato e coppe.
Nostalgia, nostalgia canaglia….ma, anche, un lucido pensiero alla stretta attualità.
Cosa avrebbe potuto fare Batistuta nella Fiorentina di oggi?
La Viola targata Montella, con il suo gioco e con quel suo modo di fare calcio, è una squadra che è riuscita a mandare in rete tanti giocatori: con un centravanti come Bati chissà dove sarebbe arrivata, perché, magari, in certe giornate no, la sua zampata sarebbe riuscita a levare le castagne dal fuoco.
E’ indubbio che alla Fiorentina manca un centravanti di livello e, per il futuro, avrà bisogno di procurarsi un bomber: uno di quelli che fa sognare, perché se è vero che il calcio è uno sport di squadra è altrettanto vero che vive e si alimenta delle prodezze dei singoli protagonisti e il centravanti è quello che incarna alla perfezione il ruolo del condottiero, che fa sognare fin da bambini e che ci fa emulare le sue esultanze.
Chissà quanti trentenni di oggi son cresciuti sui campetti a fare il gesto della mitraglia dopo un gol segnato…. anche di malleolo.
Sabato arriva la Roma di Osvaldo, che pare in procinto di lasciare la Capitale. Firenze è una piazza che sembra allettarlo. La Società ci sta pensando, anche se i cavalli di ritorno non sempre sono graditi, perché hanno il sapore della minestra riscaldata ma, soprattutto, perché la società giallorossa è disposta a cederlo tutt’altro che a buon mercato.
Osvaldo un posticino nel cuore dei tifosi se lo è conquistato qualche anno fa. Nel 2008 fu suo il gol della vittoria per 3 a 2 in casa della Juventus, regalando una vittoria che mancava da 20 anni e, sempre a Torino, firmò uno spettacolare gol che valse il quarto posto e i preliminari di Champion’s, a scapito di un Milan relegato fuori dall’Europa di lusso.
Firenze, per un attimo, si illuse di aver trovato il “cucciolo” del Re Leone, ma le cose andarono diversamente e il centravanti fu ceduto dalla Fiorentina.
Da allora sono passate Bologna, Espanyol e Roma nel suo curriculum professionale e, oggi, il suo nome viene nuovamente accostato al colore viola.
Chissà se i destini di Osvaldo e della Fiorentina sono destinati a incrociarsi nuovamente.
Al momento ci rimangono le parole di Batistuta che, forse, non ha mai digerito la “mitraglia” di Osvaldo, che sapeva un po’ dell’allievo che scopiazzava il maestro senza, peraltro, emularne altre gesta in campo.
Gli ha riconosciuto, dall’alto del suo indiscusso e indiscutibile trono, classe e capacità di segnare, ma anche il difetto di una scarsa continuità: dote che, certo, non difettava a Batigol.
A Firenze si continua a sognare e a sperare, consapevoli che non tutti i leoncini possono diventare un “Re Leone”.