"FORZA BADILE..." GALDIOLO COMPIE 63 ANNI
Niente paura, non è il nome di un nuovo partito politico. E' semplicemente il nostro invito a non mollare, a lottare (come ha sempre fatto, in campo e nella vita) a Giancarlo Galdiolo. Per tutti l'indimenticato "badile", bandiera viola a metà degli anni '70. Oggi Giancarlo compie 63 anni (è nato a Villafranca Padovana il 4 novembre del 1948) e questo, più che un augurio, vuole essere un abbraccio ideale a lui e alla sua famiglia. Alla moglie, ai tre figli, a tutti coloro che gli vogliono bene. Giancarlo, da quasi due anni, è affetto da una forma di SLA, una malattia neurodegenerativa chiamata demenza "frontotemporale", che ne ha minato la mente ed il fisico. Le sue condizioni di salute sono molto critiche. Noi, col pretesto del suo compleanno, lo vogliamo ricordare da giocatore, nel suo momento migliore, come colonna di quella Fiorentina anni '70... povera ma bella. Innanzitutto il soprannome... "badile". Gliel'avevano dato i tifosi viola affettuosamente, sinonimo di forza, carattere, vigoria, e non ce ne voglia... di una tecnica non proprio sopraffina. Poi ce ne era un altro... "pappa". Veniva da Pappagone, celebre personaggio immaginario di Peppino De Filippo, e questo era opera dei compagni di squadra. "Pappa" e Pappagone avevano in comune il ciuffo di capelli, la stessa pettinatura, e nello spogliatoio Giancarlo Galdiolo era il "pappa". Di lui vogliamo ricordare 4 episodi, che ce lo dipingono come un vero cuore viola. Prima però vorrei snocciolare la formazione del 75-76... Superchi, Galdiolo, Roggi, Pellegrini, Della Martira, Beatrice, Caso, Merlo, Casarsa, Antognoni, Speggiorin. Per tutti quelli della mia età (fortunatamente siamo ancora tanti) è una specie di preghiera, una cantilena... Qualcuno forse sarà più affezionato a Mattolini e non a Superchi, a Guerini invece di Beatrice, vorrebbe Desolati al posto di Speggiorin... La sostanza non cambia, quella era una Fiorentina che sudava, che lottava, e addirittura vinceva (una coppa Italia nel '75, una di lega italo-inglese nel '76).
Dicevamo quattro episodi, brevi ma significativi. Il primo: all'alba del campionato '76-'77 Claudio Merlo viene ceduto all'Inter e la fascia di capitano spetterebbe per anzianità a Giancarlo Galdiolo. "Badile" è alla Fiorentina già da sei stagioni e le gerarchie vanno rispettate. Nella Fiorentina, però, la stella di Giancarlo Antognoni è quella più luminosa ("Antogno" è già un nazionale, un giocatore affermato a livello europeo) ed il ballottaggio tra i due crea grande imbarazzo. E allora ci pensa il "pappa": prende la fascia e la consegna all'amico Antognoni con un gesto...da vero capitano. Il secondo: campionato '77-'78, quello della salvezza all'ultima giornata. E' l'ultimo dell'anno, il 31 dicembre 1977, da pochi giorni è stato esonerato Mazzone dopo una sconfitta casalinga contro la Lazio, e al "Comunale" arriva il Napoli. In panchina per la Fiorentina c'è Mario Mazzoni, fino ad allora tecnico delle giovanili, quando al 75' Galdiolo segna su punizione il gol vittoria. Saranno due punti vitali per il proseguio del campionato. Il 26 febbraio 1978 si replica. E' il giorno di Fiorentina-Juventus con i bianconeri lanciati verso l'ennesimo scudetto. Vantaggio juventino con Boninsegna al 23' e pareggio di Galdiolo al 40' con un imperioso stacco di testa su azione da calcio d'angolo. Un noto quotidiano fiorentino titolerà: "Il colpo di testa che fa dormire..." Eh già, sembrerà strano, ma a quei tempi se la Fiorentina perdeva, la notte si dormiva male. Quarto ed ultimo, forse il più importante. Siamo alla penultima giornata di quel campionato terrribile, la Fiorentina gioca a Pescara e serve una vittoria a tutti i costi. Gli adriatici sono già retrocessi, ma nonostante questo passano in vantaggio all'11° con Bertarelli. Sette minuti dopo pareggia Desolati. Il finale è al cardiopalma: a pochi minuti dalla fine c'è un rigore per la Fiorentina, calcia Antognoni... fuori. Sembra la fine, quando all'89' Casarin fischia una punizione per i viola. Dirà Antognoni... "Se c'è una cosa per la quale io e Galdiolo litigavamo, era su chi doveva battere le punizioni. Quella volta io ero distrutto per l'errore, battè lui e andò bene... Sopratutto, dopo il rigore sbagliato, fu la mia salvezza. Sennò come tornavo a Firenze?" E infatti... calcia Galdiolo, svirgola malamente (si chiamava o no "badile"?), il pallone carambola sui piedi di Ezio Sella e finisce in gol. Fiorentina batte Pescara 2-1 e, grazie al pareggio di sette giorni dopo con il Genoa, i gigliati raggiungono una miracolosa salvezza.
Ok, per oggi basta così. Giancarlo Galdiolo è questo, uno di noi, una persona con Firenze nel cuore, e che da Firenze è amato e ricordato. Con una passione in comune... la Fiorentina.