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"GENERAZIONE DI FENOMENI"

di Stefano Borgi
Stefano Borgi

Un gioco, un diletto, come spesso ci piace fare. Un tuffo nella memoria, qualche ricerca su internet, e viene fuori il "top-11" dei giocatori che nella storia abbiano vestito le maglie di Fiorentina e Parma. Da chi partiamo? Da Cesare Prandelli, ovviamente. Lo "ius primae noctis" spetta a lui di diritto (un pò perchè è l'allenatore, un pò... perchè è Prandelli), poi a ruota ci vengono in mente Mutu, Frey, Gilardino, Amauri, Marchionni... i più recenti, quelli più famosi. Allora la curiosità ci spinge a scavare, ad approfondire, e sorpresa delle sorprese ne troviamo 47. Ben 47 giocatori che nella loro storia hanno portato i colori di Fiorentina e Parma. Che nel loro passato sono stati viola e gialloblù, gigliati e ducali, amici e nemici. E gli allenatori? Detto di Prandelli, sono in tutto 13 fra tecnici in prima ed in seconda. Infine ci siamo divertiti a stilare un'ultima categoria, quella dei trasferimenti mancati. Chi si ricorda di Mario Stanic, esterno croato che per tutta l'estate del '96 fu dato per fatto alla Fiorentina, e poi finì al Parma negli ultimi giorni di mercato? E Lilian Thuram, probabilmente il più grosso acquisto mancato della storia viola (insieme a quello di Nedved)? Un acquisto sfiorato e poi sfumato (si dice) perchè l'allora dirigente viola Luciano Luna bocciò il fatto che il "colored" portasse gli occhiali. Lo aveva adocchiato e scelto Giancarlo Antognoni, e questo sarebbe dovuto bastare. Potremmo strambare sulle cessioni praticamente già concluse di Rui Costa (che invece rifiutò per andare al Milan) e di Batistuta (la controfferta era 50 milioni più il cartellino di Crespo), ma in quel caso intervenne Vittorio Cecchi Gori col famoso "ritocchino" e tutto rientrò. Insomma, non vi sembrano fenomeni anche questi?

Ma andiamo con ordine: a parte una quarantina di buoni pedatori che compongono la lista di 47 sopracitata, ce ne sono almeno 5 che sono stati dei veri e propri fenomeni. Il primo... per antonomasia... e' Adrian Mutu. Oggi al Cesena, arriva in Italia nel 2000 con la maglia dell'Inter. Due buone stagioni a Verona (con Prandelli) quindi l'esplosione a Parma (sempre con Prandelli) nel 2002-2003. Quell'anno 22 reti in 36 partite totali, la fascia di capitano ed il tradimento direzione Chelsea. Di lui si è scritto e detto di tutto. Nella Fiorentina disputa 5 campionati, mette insieme 143 partite con 69 gol, divide la tifoseria come nessun altro. Per noi è nella top-ten dei più grandi giocatori viola. Sebastien Frey, anche lui arriva in Italia con l'Inter (1998), e porta in dote un casco di capelli ossigenati. 4 campionati col Parma, 6 con la Fiorentina, l'alone del giocatore più decisivo dell'era Prandelli. Più di Mutu, più di Toni, più di Gilardino. A proposito... anche il centravanti di Biella cresce all'ombra di Prandelli: tre stagioni con i gialloblù parmensi (56 reti in 116 partite), tre e mezzo con la Fiorentina (59 in 143), prima della fuga verso Genova. Meno fenomeno degli altri due, ma (a differenza degli altri due) pur sempre un campione del mondo. Il 4° fenomeno è Amauri... sulla fiducia. Nel Parma gioca i primi sei mesi del 2011, disputa 11 partite e realizza 7 gol (compreso quello dell'esordio, proprio alla Fiorentina). In maglia viola ha il compito di raddrizzare la baracca, rinsanguare un attacco a dir poco anemico, aiutare Jovetic a diventare il campione del futuro... Chiediamo troppo? Se ci riuscirà, anche lui si meriterà l'etichetta di fenomeno. A chiudere, Cesare Prandelli. "Last but not least" avrebbero detto gli inglesi, ultimo per apparizione, non certo per importanza. Il "mago di Orz" è tuttora il più rimpianto dai Fiorentini, un'amore sconfinato, infinito, reciproco, ricambiato. Due quinti posti a Parma (dal 2002 al 2004) dove ha lasciato il testimone al figlio Niccolò Prandelli (aiuto preparatore atletico), 4 qualificazioni in Champions League a Firenze (due virtuali, due effettive), l'eterna gratitudine di aver riportato il calcio in riva all'Arno. Con i Della Valle non è finita bene (con Diego di sicuro, con Andrea forse...) ma questo non scalfisce il ricordo indelebile dell'allenatore più amato che la storia viola ricordi.

Fenomeni veri, reali, indimenticati ed indimenticabili. Non ci siamo scordati, però, il nostro punto di partenza: il top-11 degli ex di Fiorentina-Parma. E ne vedremo delle belle, tra campo e panchina. Modulo 4-2-3-1, con Seba Frey in porta, Giovanni Galli subito di rincalzo. Terzini, Stefano Pioli a destra, Alberto Di Chiara a sinistra, Pierini e Moretti coppia di centrali. Alternative Falcone, Serena, Lassisi e Alessandro Lucarelli. La linea mediana formata da Nicola Berti e Marco Donadel, centrocampo a tre con Fuser a destra, Mutu tra le linee, Enrico Chiesa a sinistra. Gilardino unica punta. In panchina Lupatelli, Vanoli, Potenza, Gobbi, Marchionni, Nakata, Morfeo. In attacco, poi, c'è l'imbarazzo della scelta: Amauri, Adriano, Baiano, Balbo, Branca, Bojinov, Ganz, Cristiano Lucarelli, Reginaldo. L'allenatore? Ovviamente Cesare Prandelli (anche il modulo, l'avrete capito, è il suo preferito), ma ci sarebbero anche Ranieri, Sacchi, Scala, Passarella, Ulivieri, Malesani, e chi più ne ha... Insomma, Parma e Fiorentina sono passate in pochi anni da due delle "sette sorelle" a comprimarie di lusso, ma in quanto a nomi se la possono giocare davvero con tutti.


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