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IL CENTRAVANTI PERDUTO

di Stefano Borgi

Giocare senza portiere e senza centravanti sarebbe dura per chiunque. Anche per il Barcellona di Messi, per il Real di Cristiano Ronaldo, addirittura per l'immenso Brasile di Pelè (che infatti aveva Pelè, oltre ad altri sei o sette bravi come lui). Giocare senza il portiere ed il centravanti significa correre senza la spina dorsale, senza l'anima che ti sorregge, significa sfaldarsi al primo soffio di vento contrario. E' quello che è successo stasera alla Fiorentina di Delio Rossi: scoperta in mezzo ai pali (due gol sotto le gambe per Neto, più un rinvio suicida che offende la sua origine brasiliana) spuntata davanti, per non dire inesistente. E al primo refolo di Tramontana... è stata spazzata via. Ma se per il ruolo di numero uno c'è un Boruc che viene in soccorso fin da domenica prossima, per quello di prima punta c'è un vuoto cosmico che preoccupa. Qualcuno dirà... "Ma come, già rimpiangi Gilardino?" No signori, la storia di Gilardino a Firenze era chiusa da mesi, e non si può rimpiangere uno con i numeri e l'atteggiamento dell'ultimo Gilardino. Serve un centravanti vero, uno che la butti dentro. Stevan Jovetic non è un centravanti, lui deve rifinire, "assistere", aiutare la prima punta. Il problema non lo riguarda. Adem Ljajic ha dimostrato una volta di più di essere (per ora) un giocatore di calcetto, un ninnolo da giardino, un giocoliere che si bea di se stesso e non incide. E' il classico trequartista inviso a Delio Rossi, un giocatore alla brasiliana che non fa volume. Il calcio, si sa, è fatto di episodi, e se almeno uno dei due palloni sontuosamente serviti da Jovetic andava in rete, a quest'ora parlavamo di un'altra partita. Non di meno se Pasqual sfruttava la colossale occasione capitata un minuto  dopo il vantaggio di Lamela. Però segnare non sarebbe compito del buon Manuel, mentre Ljajic è stato comprato (e profumatamente pagato) proprio per fare gol. E invece... Intendiamoci, non è in discussione l'impegno. Adem si è mosso, oseremo dire si è dannato l'anima fungendo da tergicristallo da destra a sinistra, e come sostiene chi si intende di calcio... "L'importante è esserci sulle occasioni, prima o poi il gol arriverà". Il problema è che la Fiorentina non può più attendere, la Coppa Italia è andata e con lei una fetta d'Europa, la classifica respira ma si fa presto a riaffogare. Il gioco di Rossi produce, produce tanto, ma concede anche tanto, e se gli attaccanti non fanno gol, la punizione prima o poi arriva. E' banale dirlo, ma è così. In più all'Olimpico sono arrivati i prevedibili errori di gioventù ed allora la "mission" è diventata davvero "impossible": Nastasic (tu quoque?), Salifu, Neto (oltre a Ljajic), hanno confezionato una sconfitta immeritata dopo un ottimo primo tempo.

E ora? Urge il mercato, urge un centravanti di ruolo, urge uno anche come Amauri, ma il peso specifico dell'attacco viola deve aumentare, deve crescere. Pena l'ennesimo fallimento di una stagione, pena il disincanto di un tecnico come Delio Rossi che sta trasformando la squadra (a parte il risultato, infatti, per un'ora si è vista una gran bella Fiorentina). Un tempo si diceva... "Datemi un buon portiere, un centravanti che faccia gol ed io sono a posto. Gli altri nove, a piacere". A Roma la Fiorentina non ha avuto nessuno dei due... No, ripensandoci non era facile per niente.


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