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IL PRESIDENTE DEL "TERZO SCUDETTO"

di Stefano Borgi

Di certo non sarà quest'anno. E probabilmente nemmeno il prossimo. Ma un'idea ci sfiora, al tempo stesso ci avvolge e ci accarezza... Andrea Della Valle sarà il presidente del terzo scudetto viola. Quanto ci vorrà? Tre, forse quattro anni. Occorre  fare un percorso, conoscersi, crescere come squadra e società. Comunque nessuna paura, Firenze è abituata ad aspettare. L'importante è sapere che Andrea ha capito come si fa, che ha scelto le persone giuste, che l'obiettivo è stato individuato. E giorno e notte si lavori per questo. Chi l'avrebbe mai detto solo qualche mese fa, quando tutti scappavano da Firenze: Montolivo, Behrami, Gamberini... Jovetic trattenuto a forza con la promessa di andarsene l'anno prossimo. Oggi la situazione è rovesciata: coloro che se ne sono andati tornerebbero volentieri (vedi Pazzini, Osvaldo... lo stesso Montolivo), scoprono ahiloro di aver sbagliato progetto. O meglio, di aver abbandonato un progetto vincente. Per troppa fretta, qualcuno per pura avidigia. Ebbene, il merito di tutto questo ha un nome ed un cognome: Andrea Della Valle, nominalmente "patron" viola, fattivamente presidente della Fiorentina. E mi raccomando, qualcuno domenica gli dedichi un coro.

TRA PONTELLO E CECCHI GORI - Facciamo mente locale: quand'è che la Fiorentina si è avvicinata di più al terzo scudetto? Nell'81-82, la stagione del meglio secondi che ladri. Poi nel '98-'99, l'anno di Edmundo e del carnevale. 40 anni fa il presidente era Ranieri Pontello: modi garbati, aplomb inglese, buona disponibilità economica. In più tifoso dell'Inter, ma questo al tempo nessuno lo sapeva. 17 anni dopo (ahimè, come dimenticarlo?) regnava Vittorio Cecchi Gori. Modi sgarbati, fare e passione circense, mezzi illimitati (ipse dixit)... limitati solo dalla sua follia. Lui si professava tifoso viola, ma veniva da Roma e quella parlata lo tradiva... in tutti i sensi. Fateci caso, Andrea Della Valle racchiude in se molte delle caratteristiche dei suoi predecessori. Innanzitutto anche Andrea (come Ranieri) nasce tifoso dell'Inter, e poi si sta circondando di romani. Alcuni veraci (Pradè, Aquilani) altri adottivi (Pizarro e Montella). Sui modi garbati poi e l'aplomb (fuori dal campo) ricorda molto Ranieri Pontello, sulla passione e quel pizzico di follia positiva ricorda Vittorio. L'importante è che non salga sulla balaustra, col rischio di cadere sui tifosi modello Jim Morrison. Per la disponibilità economica supererebbe di gran lunga sia Pontello che Cecchi Gori, ma vivaddio Andrea conosce il valore dei soldi, l'importanza del lavoro, e si pone in una posizione mediana. Investimenti sì, ma con discernimento e l'occhio sempre vigile sul fair-play finanziario.

SCUDETTO, PERCHE'? E allora, perchè la Fiorentina di Della Valle dovrebbe vincere il campionato? Perchè una società che non spende e spande, che non elargisce ingaggi principeschi, che non è ben vista dal palazzo dovrebbe arrivare davanti a tutti? E' presto detto: perchè la Fiorentina ha la forza delle idee. E poi perchè la coppia Pradè-Macia ha cambiato 18 giocatori senza sbagliarne  uno. Perchè Montella è un predestinato della panchina, un giovane vecchio che miscela l'arguzia napoletana al pragmatismo toscano. Perchè Firenze ha ritrovato l'entusiasmo di un tempo, perchè Firenze ci crede e funge da valore aggiunto. Perchè anche i giocatori ci credono: avete visto come hanno esultato dopo l'errore di Pato? Questo è un altro valore aggiunto. Non basta. Perchè la Fiorentina ha un presidente (finalmente) tifoso, perchè Andrea Della Valle si è sganciato una volta per tutte dal più famoso (ed ingombrante) fratellone, perchè vuole entrare nella storia di Firenze. C'è un solo modo per farlo: vincere il terzo scudetto. Non chiedeteci di più, il resto sono sensazioni. Ultima annotazione. Il 13 maggio 2012, al termine di un desolatissimo Fiorentina-Cagliari ultima di campionato, davanti a 8000 spettatori che lo contestavano Andrea Della Valle sembrava il presidente del Borgorosso Football Club. Oggi Andrea Della Valle viene visto come il presidente del terzo scudetto. Qualcuno un tempo cantava: "Come si cambia..."

P.S - Lo abbiamo detto: non sappiamo dire quando, nè quanto tempo ci vorrà per vincere il terzo scudetto. La nostra speranza (oltre che desiderio) è che quel giorno ci sia anche Giancarlo Antognoni. E non come semplice tifoso...


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