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LA FINE DELL'IMPERATORE...

di Stefano Borgi
foto di Stefano Borgi

Provate a chiedere ad un tifoso qualsiasi (se possibile di nuova generazione) qual'è la Fiorentina più bella, la più divertente, la più spettacolare che abbia mai visto. Nessun dubbio, lui vi risponderà: la Fiorentina di Terim. O meglio, la Fiorentina di "terimme". Magari vi indicherà il periodo che va dal 10 dicembre 2000 (data di Fiorentina-Inter 2-0) al 25 gennaio 2001 (data di Milan-Fiorentina 2-2, semifinale di coppa Italia), ma in quel mese e mezzo... mamma mia che squadra! A tutto questo va aggiunta l'appendice del 7 febbraio 2001, quando nel ritorno dell'Artemio Franchi i viola schiantarono i rossoneri per 2-0 guadagnando la finalissima del trofeo nazionale. Fu quello una sorta di canto del cigno, preceduto dalla sconfitta col Napoli sul neutro di Palermo, seguito dallo 0-1 casalingo col Parma, e dal mediocre pareggio di Reggio Calabria. Fino all'atto finale, il pareggio del 24 febbraio 2001, in casa contro il Brescia di Roberto Baggio (e di "Carletto" Mazzone), che sancì... la fine dell'Imperatore. 24 ore dopo, infatti, ci fu la riunione plenaria a casa del tecnico turco tra lo stesso Terim, Giancarlo Antognoni (allora dirigente viola) il vice Antonio Di Gennaro, ed il preparatore dei portieri Andrea Pazzagli. La fumata fu nera, nerissima, gli attriti col presidente Vittorio Cecchi Gori giudicati insanabili, ed in città serpeggiava un malcontento misto a sfiducia che convinse Fatih Terim ad andarsene. Con lui si dimise tutto lo staff tecnico, compreso Giancarlo Antognoni che più di ogni altro lo aveva voluto a Firenze. Peccato, peccato davvero, perchè la favola dell'imperatore durò troppo poco. Abbastanza, però, per essere ricordata con nostalgia e qualche luccicone agli occhi.

Il periodo d'oro della Fiorentina di Terim durò esattamente 46 giorni, durante i quali si vide tutto ed il contrario di tutto: un Rui Costa formato Di Stefano, un Enrico Chiesa tracimante, un Repka schierato centravanti (in verità questo successe qualche settimana prima, nel 3-4 del Franchi contro il Perugia, ma valeva la pena ricordarlo...), un Nuno Gomes sottovalutato autore di gol decisivi (come quello contro il Parma che regalò la sesta coppa Italia alla Fiorentina). E poi Bressan, Rossitto, Pierini, tutti onesti manovali trasformati in operai specializzati dal carisma e dalla personalità dell'Imperatore. In quei 46 giorni la Fiorentina battè l'Inter 2-0, l'Udinese al Friuli per 3-1, il Verona per 2-0, pareggiò al Delle Alpi contro la Juventus per 3-3, sotterrò il Milan per 4-0. Quindi lo 0-0 di Bergamo contro l'Atalanta del 21 gennaio ed il già citato 2-2 col Milan in coppa Italia. Una squadra...bellissima, come direbbe un coro della Fiesole. Poi, il calo, inevitabile, fisiologico. Il 24 febbraio 2001, esattamente 11 anni fa, per la 20° giornata di campionato scende all'Artemio Franchi il Brescia. I lombardi, a dispetto delle apparenza, sono tutt'altro che una "piccola", basti pensare a giocatori come Bonera, Pirlo, Hubner...  Sopra a tutti stava lui, Roberto Baggio. Certo il "divin codino" era fine carriera, assente da due mesi per infortunio, non potrà essere al meglio (si diceva). Ma si sa, l'aria di Firenze su di lui fa sempre un certo effetto. Pronti via, e al 4' Baggio raccoglie un cross dalla sinistra di Hubner, colpisce di testa, para Toldo che devia sul palo. Sul pallone Vanoli "cincischia", ed allora Roberto (rapace come nei giorni migliori) ribadisce lesto in rete. Fiorentina 0 Brescia 1. Passano 20' e pareggia Chiesa su mirabile assist di Nuno Gomes. La manovra viola però è lenta, involuta, ci vuole un acuto del suo uomo migliore, Rui Costa, che al 62' entra in area e di sinistro "lobba" Castellazzi. La sfera colpisce il palo, si avventa sulla sfera Nuno Gomes che di testa realizza il 2-1. Sembra fatta, ma 4 minuti dopo Roberto Baggio (proprio sotto la sua amata "Fiesole") si procura un calcio di punizione dal limite e calcia. La palla, radiocomandata, toglie le ragnatele dal "sette" insaccandosi per il 2-2 definitivo. La Fiorentina attacca, ci prova fino all'ultimo, Pierini colpisce una traversa su azione d'angolo, ma è tutto inutile. Fiorentina-Brescia finisce 2-2 e quel 24 febbraio termina l'avventura dell'Imperatore a Firenze.

Due considerazioni finali. La prima: abbiamo avuto modo di parlare recentemente con Antonio Di Gennnaro, e lui stesso rimpiangeva quell'esperienza troncata a metà, anche perchè le squadre di Terim sono solite riprendersi a Primavera (confessava il popolare "dige") e disputare un grande finale di stagione. La seconda: fa specie che due gol di uno dei più grandi giocatori della storia viola, Roberto Baggio, abbiano sancito la fine di una delle più belle squadre che la storia viola ricordi. Nel calcio, come si suol dire, non c'è riconoscenza, non c'è gratitudine...spesso non c'è giustizia.


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