LA "FOGLIA MORTA" DI DANIEL BERTONI
Sono passati 31 anni da quel 28 settembre 1980, ed il gol di Daniel Bertoni fu il primo di uno straniero dalla riapertura delle frontiere. Lo aveva deciso la Federazione per rilanciare il calcio italiano dopo lo scandalo del calcioscommesse, e l'apripista di quella nuova ondata fu l'austriaco dell'Inter Herbert Prohaska. Il secondo in ordine di tempo fu l'irlandese Liam Brady della Juventus, quindi il brasiliano della Roma Paolo Roberto Falcao, ed il difensore olandese Ruud Krol al Napoli. Fin qui i campioni, quelli che lasceranno un segno nelle rispettive squadre. Poi una sorta di fascia media con Van de Korput approdato al Torino (anch'egli un tulipano) ed il tedesco Neumann all'Udinese. Fino ai carneadi Juary all'Avellino (restò famosa del piccolo brasiliano l'esultanza con la danza intorno alla bandierina) ed Eneas de Camargo al Bologna (altro brasiliano oggi, ahilui, deceduto). In alcuni casi, invece, si trattò di vere e proprie bufale come Luis Silvio alla Pistoiese (ennesimo carioca), e l'argentino Elio Sergio Fortunato al Perugia. In verità ce ne fu un altro, uno dei gemelli olandesi Van de Kerkhof (Renè, il più bravo dei due), che fece andata e ritorno dalla Lazio inquisita nel calcioscommesse e retrocessa d'ufficio in serie B (nella serie cadetta gli stranieri non potevano essere tesserati). A tutti questi (dulcis in fundo) va aggiunto Daniel Bertoni, argentino campione del mondo che approdò sulle rive dell'Arno onusto di gloria e di vittorie. Daniel (ovviamente lo mettiamo tra i campioni della nouvelle vague) fu il primo grande acquisto della gestione Pontello. Tito Corsi (allora direttore sportivo viola) lo comprò dal Siviglia per 2 miliardi e 800 milioni di lire, ed il "puntero" (questo il soprannome che aveva in patria) fece il suo esordio nel campionato italiano il 14 settembre del 1980 in un Fiorentina-Perugia, "prima" di campionato. Dopo soli 23' Bertoni entra in area, marcato a vista da tal Ottoni che lo atterra... Rigore! (a dir la verità inesistente) Batte Antognoni: gol! Fiorentina-Perugia 1-0, e sarà anche il risultato finale. L'argentino disputò una buona partita e, sempre nel primo tempo, colpì anche un palo con una punizione delle sue... tagliate, ad aggirare la barriera. Il pubblico di Firenze si innamorò subito del "puntero" che, con una buona dose di paraculaggine, dopo ogni gol baciava la maglietta e correva sotto la curva. Alla terza giornata (nel frattempo la Fiorentina aveva vinto anche la seconda al "Partenio" di Avellino per 3-2) arriva il neopromosso Catanzaro che schierava giovani talenti come Antonio Sabato e Carlo Borghi, oltre all'ex viola Piero Braglia ed un certo Claudio Ranieri (invero a fine carriera). Partita equilibrata, primo tempo che termina sullo 0-0, e ripresa con la Fiorentina che attacca a spron battuto sotto la "Fiesole". Al 26' fallo sullo stesso Daniel Bertoni e punizione dal limite dell'area: calcia il "puntero" (che quel giorno vestiva un insolito numero 11) e fa 1-0. Breve antefatto: fu Giancarlo Antognoni (depositario incontrastato delle punizioni in casa viola, di qualsiasi tipo, da qualsiasi distanza) a lasciare l'incombenza della battuta a Bertoni, nella speranza che l'argentino si sbloccasse e realizzasse il suo primo gol col giglio sul petto. Detto, fatto! Daniel accarezza il pallone, che supera la barriera calabrese, e muore (appunto, come una "foglia morta") alle spalle del barbuto Zaninelli, portiere del Catanzaro immobile davanti a cotanta prodezza. Lo stadio esplode di gioia, e come ebbe a dire un anziano tifoso... "Io era dai tempi di Julinho che non vedevo girare le palle a questo modo..." Ahimè, 14 minuti dopo arriverà il pareggio di De Giorgis, un rimpallo beffardo per l'1-1 finale, e sarà una festa a metà. Comunque la strada era segnata: dopo Mariolino Corso e prima di Platini, la "foglia morta" di Daniel Bertoni scrisse la storia del campionato italiano con il primo gol dal ritorno degli stranieri in Italia. Il "puntero" disputerà in tutto 4 stagioni in maglia viola, con 97 partite e 27 gol realizzati, prima di passare al Napoli e terminare la carriera italiana all'Udinese nel 1987. Oggi, Daniel Bertoni è tornato a Buenos Aires e fa l'osservatore di giovani talenti. Recentemente lo abbiamo sentito al telefono in occasione dell'Antognoni day e per gli 85 anni della Fiorentina. Il carattere è quello di sempre, allegro e gioviale, e le telefonate finiscono sempre con... "ciao amigo, e portami un bacione a Firenze". Tranquillo Daniel, non mancheremo...