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LI DOBBIAMO RINGRAZIARE?

di Stefano Borgi
foto di Stefano Borgi

Mancava solo questa. In un'annata dove è successo davvero di tutto (e non è un modo di dire) la Fiorentina si salva grazie ai gol di Montolivo e Cerci. I due giocatori più detestati, più odiati, più vituperati dalla tifoseria viola. E così, dopo lo 0-5 contro la Juventus, le sconfitte umilianti (eufemismo) contro Chievo e Lecce, la vittoria di San Siro che, volente o nolente, ha consegnato lo scudetto ai "gobbi", vuoi vedere che la Firenze viola sarà costretta a dire grazie a Riccardo Montolivo ed Alessio Cerci? Altrimenti detti: "Dormolivo" ed il "Garrincha di Valmontone"? Vuoi vedere che, parafrasando Eduardo... "Le umiliazioni non finiscono mai?" La butiamo sul ridere, sul romanzesco, ma se ci pensate bene c'è da perderci la testa: ma come (dicono i tifosi)? Noi li abbiamo infamati per mesi, gli abbiamo augurato ogni male (professionale, s'intende...) li abbiamo derisi, fischiati, addirittura con "Lady Cerci" c'è stata una sorta di guerra, fatta di offese via web, e adesso? Dovremo ringraziarli perchè con tre gol nelle ultime due partite (due Montolivo, uno Cerci) ci hanno salvati dalla serie B? In confronto il contrappasso dantesco è roba da dilettanti. Eppure è così, la Fiorentina conquista la salvezza matematica con una giornata di anticipo (addirittura, vincendo domenica contro il Cagliari, questa Fiorentina farebbe un punto in più dell'ultima di Prandelli) e lo deve alle prodezze dei due reprobi. Non certo di Ljajic, che offende in serbo sperando di non essere compreso. Ancora meno di Amauri, arrivato in riva all'Arno con tante speranze, tante buone intenzioni, concretizzatesi in un misero gol, seppur pesantissimo (il 2-1 definitivo contro il Milan). Non di Jovetic, scomparso proprio nel momento decisivo, anche se il montenegrino può vantare un pregresso di 14 reti in 29 partite (quasi uno ogni due, non male...) E non della dirigenza viola, colpevole di un "tutti contro tutti" che ha distrutto ambiente e spogliatoio: quindi non di Andrea Della Valle, presente ma poco incisivo nelle sorti viola. Non di Diego, tardivo nel suo intervento di Milano, nella speranza che gli serva da lezione. Dulcis in fundo, mai e poi mai lo si deve a Pantaleo Corvino che, dopo la delirante conferenza stampa del 1° febbraio (nella quale brandiva il contratto di El-Hamdaoui), è come sparito, disintegrato, volatilizzato. Eh sì che lo stpendio lo prende ancora...

E poi, come si suol dire? Il calcio lo decidono gli episodi. Ed allora, col Novara Montolivo prende il pallone medicinale (nel senso di pesare come un macigno) lo piazza sul dischetto, e realizza il gol dell'1-2. Pochi minuti dopo, calcia di punta (quasi da calcetto) ed infila la sfera del 2-2. Ieri, al Via Del Mare, Alessio da Velletri fugge sulla sinistra, guarda il portiere e lo "uccella" da par suo, da consumato attaccante. Alla faccia della discontinuità. Risultato? La strana coppia Montolivo-Cerci salva la Fiorentina, e passa a riscuotere alla cassa. No, niente soldi per carità, solo l'eterna gratitudine dei tifosi viola. Fino a ieri... acerrimi nemici. Che significa tutto questo? Che Firenze li deve davvero ringraziare? Che ne deve chiederne la conferma? Che deve a loro (e solo a loro) un altro campionato nel "gotha" del calcio italiano? Non giochiamo, non lo diciamo nemmeno per scherzo. E' semmai vero il contrario. Sono i giocatori che devono ringraziare i tifosi, che li hanno sopportati, supportati, tifati, sostenuti. Fino allo stremo, fino allo sfinimento. La rivoluzione dovrà essere completa, l'azzeramento totale, la nostra era solo una provocazione per dire... "Deve accadere qualcos'altro? I tifosi viola devono subire ancora, oppure hanno diritto a qualcosa di meglio?" Chessò, una stagione senza patemi, con qualche giovane che faccia sognare, con qualche partita che valga la pena di essere vista, ricordata, magari la vendetta all'Artemio Franchi contro gli odiati bianconeri? E' poi uno stadio meno a chiazze, meno affetto da allopecia, con un tifo unito, compatto sotto il "bandierone" di Firenze? Speriamo bene: le premesse (e le promesse) ci sono, tutte. Adesso attendiamo la definizione della Mercafir, il nuovo allenatore, il nuovo direttore sportivo, la nascita del nuovo progetto. Il tutto, rigorosamente, senza Alessio Cerci e Riccardo Montolivo. Loro hanno già dato, non si ammettono repliche.


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