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LJAJIC-AQUILANI, LA PREMIATA DITTA...

di Stefano Borgi

Un'azione in fotocopia, come in fotocopia è la loro intesa, la loro crescita. Un valore aggiunto per la Fiorentina di Montella. Certo, non dimentichiamo Cuadrado (devastante nel 4-3-3, giunto al 5° gol stagionale), non dimentichiamo Pizarro e Borja Valero veri e propri pigmalioni della manovra viola. E non dimentichiamo nemmeno Jovetic, autore di un campionato a parte, a dir poco un corpo estraneo nell'11 di Montella. Ma andiamo con ordine, e partiamo dall'attualità. Torniamo al 33' di Fiorentina-Genoa, datata 17 marzo 2013. Scende Ljajic sulla destra (siamo sotto la Ferrovia) finta sontuosa sulla linea di fondo e cross arretrato per l'accorrente Aquilani. Il "principino" si sveste dei panni di cachemire, spinge via Grandqvist (sarebbe fallo, va detto...) e deposita in rete per il provvisorio 1-0. Quaranta giorni dopo si replica: ancora Ljajic caracolla sulla destra, irride il diretto avversario e dalla linea di fondo serve un pallone baso nel mezzo. All'appuntamento c'è sempre Aquilani che (stavolta senza fare fallo) realizza il gol del 3-0, quello della sicurezza. Mandiamo indietro le immagini: azione sulla linea di fondo, cross basso di Ljajic e tape-in vincente di Aquilani. Sembra quasi un marchio di fabbrica. Ma la "premiata ditta" non si ferma qui. Poche settimane fa abbiamo accennato ai record personali di Adem e di Alberto, forse i giocatori di maggior talento della Fiorentina. Per il serbo 5 gol nel 2008-2009 col Partizan di Belgrado... Non ce ne vogliano gli amici serbi, ma parliamo di un "altro" campionato. Stesso discorso per l'ex romanista, che nel 2006 aveva realizzato 5 reti (3 in campionato, 2 in Coppa Italia) con i giallorossi. Entrambi hanno superato di gran lunga quella quota: Ljajic viaggia sui 9 gol stagionali (8 in campionato, 1 in Tim Cup), Aquilani si attesta a 7... con un rigore sbagliato. In più assist a go-go: abbiamo detto delle fotocopie di Ljajic per Aquilani, ma lo stesso centrocampista viola si è speso a turno per Jovetic, per Toni, per Ljajic... Ci ripetiamo, anche questa è una vittoria di Montella, un tesoretto di plusvalenze che l'aeroplanino porta in dote e regala alla Fiorentina.

QUALITA', MA ANCHE QUANTITA' - Questo per quanto attiene alla premiata ditta in fatto di gol e di assist. Poi c'è l'altra faccia della medaglia, non meno accattivante. Ljajic ed Aquilani hanno imparato a sacrificarsi, ad aiutare i compagni, ad interpretare con uguale efficacia la fase offensiva e difensiva. Guardate Aquilani: dalla partita col Milan (7 aprile) lo abbiamo notato diverso, lo abbiamo visto andare in copertura, portare il pressing, farsi ammonire due volte. E non stupidamente come avvenne a Catania (in quel caso l'espulsione fu per proteste) bensì per eccesso di vis agonistica. Tutto ciò che non gli abbiamo visto fare nè alla Roma, nè al Milan, nè alla Juventus. Alberto è arrivato a Firenze a costo zero, grazie all'amicizia con Montella e Pradè, e si sta meritando la riconferma. Ljajic, da parte sua, è cresciuto fisicamente, si è disciplinato tatticamente... in più è maturato mentalmente. La prova si è avuta a Marassi, quando era facile cadere nella trappola della provocazione, magari sfogare la propria rabbia verso Delio Rossi. Bastava un gesto, un ammiccamento dopo il gol. Invece Adem è rimasto presente a se stesso, sereno, forte del suo rendimento, dei suoi gol, delle sue giocate. A proposito: se la rinascita di Aquilani coincide col 2-2 contro il Milan (quel giorno Alberto sembrava davvero un mediano...) quella di Ljajic sboccia il 17 febbraio, la sera di Fiorentina-Inter. Da allora il "fenomenino" ha disputato 710' realizzando 7 gol (media 1 ogni 101 minuti), ha fornito 3 assist, si è preso due rigori... sopratutto ha soppiantato Jovetic nel cuore dei tifosi viola. Ora manca solo la firma sul contratto, forse il gol più difficile da realizzare.


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