LO CHIAMEREMO... ANDREA
Per qualcuno è stato il miglior colpo di mercato. Per altri è il vero valore aggiunto della Fiorentina. Per altri ancora è quasi un amico, uno a cui puoi dare "del tu". Per tutti è semplicemente... Andrea. Nessun titolo aggiuntivo, nessun doppio cognome. "Lo chiameremo Andrea", così ha deciso il popolo viola. E questo proprio nel giorno in cui Diego ribadisce la sua leadership nazionale, spara sugli Agnelli (la famiglia), sulla Fiat, su Marchionne, insomma... esprime quella sana arroganza propria del potente, del manovratore del treno (non a caso), di chi si muove a suo piacimento nella stanza dei bottoni. Andrea no, Andrea per realizzarsi ha scelto la Fiorentina, Andrea chiede solo carezze e qualche pacca sulla spalla. Eppure all'anagrafe di Sant'Elpidio giurano e spergiurano che i due sono davvero fratelli. Dalle parti di Casette d'Ete assicurano sulla comunanza dei genitori, ed anche la sorella Gisella pare abbia garantito per loro. Gli amici e collaboratori più stretti, infine, rincarano la dose: Diego ed Andrea Della Valle si somigliano più di quanto sembri, nonostante una morfologia dissimile ed un'età assai distante. Diego 59 anni, Andrea 47. E allora come si spiega un atteggiamento così opposto? Basti pensare che mentre Diego considera la Fiorentina un hobby, Andrea lancia messaggi d'amore a Firenze. Mentre Diego se la spassa con gli amici Abete e Mastella, Andrea firma gli autografi con la gente comune. Addirittura (sempre Andrea) confessa teneramente di aver temuto che il suo ciclo fosse finito. Oppure si rallegra di vedere tanti giornalisti intorno a lui (successe due settimane fa durante la "prima" di Toni contro l'Al Nasr) tanto da esclamare... "Ehilà, quanti siete... Allora ci tenete davvero a parlare con me". Insomma verrebbe da dire: Diego ed Andrea fratelli sì, ma di padre diverso (ed invece abbiamo avuto la fortuna di conoscere papà Dorino) oppure entrambi adottati e svezzati in un calzaturificio delle Marche (niente da fare, lo abbiamo detto prima... l'anagrafe è una cosa seria). Mettiamola così, prodigi della genetica e nient'altro.
IL TENERO ANDREA - La sintesi di tutto sta in quell'avverbio... "teneramente". E non ce ne voglia Andrea, ma quando ha tirato fuori il discorso del ciclo finito ci ha fatto davvero tenerezza. Che, attenzione, non vuol dire pena o compassione, bensì un moto di comprensione verso chi si è affrancato dall'autorità del fratello maggiore. E tutto questo dopo anni di sudditanza psicologica. Andrea ora si è sdoganato e corre da solo, ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. C'è da capirlo, per lui non sono stati mesi facili: da marzo a maggio ha vissuto con l'incubo della retrocessione. All'ultima di campionato (13 maggio) subisce una dura contestazione, con tanto di fuga dal Franchi dopo pochi minuti di partita (in quel momento siamo noi che abbiamo temuto per il suo ciclo...) Pochi giorni dopo arriva la strigliata di Diego dal Giappone (a nostro parere la goccia che ha fatto traboccare il vaso) ed il conseguente distacco dalle cose viola. A chiudere il cerchio, la permanenza in società di certi dirigenti che mal digerivano la rivoluzione di settembre. Poi, piano piano, le cose sono cambiate. Innanzitutto l'indipendenza dichiarata a Don Diego, il decentramento delle sopracitate figure dirigenziali, il ritorno di amici fidati (vedi Gino Salica), lo sblocco dell'area Mercafir. Da lì è stato un crescendo rossiniano: abbiamo ancora negli occhi la serata di Moena in occasione della presentazione della squadra, il bagno di folla con i tifosi ("Andrea come va? Andrea ce la facciamo una foto? Andrea chi si compra?"), il taglio della torta per i 10 anni di gestione viola. Fino alla mattina seguente e quell'interminabile telefonata, prima di venire in sala stampa ed annunciare raggiante... "Abbiamo preso Aquilani". E poi il ritorno di Toni, l'investitura di Montella ("Mi ricorda il primo Cesare...") Fateci caso, Andrea ama circondarsi della propria gente, è nel suo habitat naturale quando può dialogare col popolo, perchè in fondo lui è un personaggio semplice prestato alla ricchezza. Non è... il signor Andrea Della Valle, è semplicemente Andrea. Chiamatelo così, e lui sarà contento.
P.S. Caro Andrea, ci faccia un favore: sentiamo chiederle da più parti di salire sulla balaustra... Ecco, non lo faccia. Per favore stia giù. Esulti pure come un ultras, si faccia fotografare con la camicia madida di sudore, ma non rinverdisca un'immagine della quale ci siamo vergognati (almeno IO mi sono vergognato!!!) Non si metta al pari di personaggi circensi, nani e saltimbanchi che hanno frequentato per anni la tribuna d'onore. Resti se stesso e conservi la sua dignità. Il popolo viola le vuole bene anche per questo.