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"MANCA L'AMALGAMA" E... LE FRASI CELEBRI

di Stefano Borgi

Dici Catania e pensi subito a due cose: l'urlo di Sandro Ciotti... "Clamoroso al Cibali" datato 4 giugno 1961, ed il celeberrimo "Manca l'amalgama" del presidentissimo Massimino. Entrambi gli episodi, testimoni di un calcio che non c'è più. Il calcio di Romeo Anconetani, Costantino Rozzi, Tonino Scibilia e Rodolfo Melloni (tanto per citare i presidenti più coloriti e caratteristici), il calcio di Marcello Giannini, Tonino Carino (da Ascoli), Giorgio Bubba e Cesare Castellotti (come dimenticarli, a "Novantesino minuto"?), di Enrico Ameri, Sandro Ciotti, Alfredo Provenzali ed Ezio Luzzi (quà siamo in radio, a "Tutto il calcio minuto per minuto"). Di Sarti, Magnini, Cervato... Albertosi, Robotti, Castelletti... Superchi, Galdiolo, Roggi... e perchè no, anche di Zoff, Gentile, Cabrini... juventini certo, ma anche campioni del mondo a Spagna '82. Il calcio delle bandiere come Antognoni, Gigi Riva, Rivera, Mazzola, e poi trasmissioni storiche come Domenica Sprint, Euro Gol, Football Please. I primi telecronisti brasiliani con l'urlo... "Gooooooooooool", che sembrava non finire mai. Insomma, era il calcio prima di Sky, senza diritti televisivi e senza sponsor sulle maglie, con la moviola di Sassi e Vitaletti, le partite che iniziavano tutte alla stessa ora, gli arbitri tutti vestiti di nero, con gli esterni che si chiamavano ali, e le ripartenze che si chiamavano contropiedi, quando il pallone veniva "passato" e non "scaricato", con i numeri sulle maglie che andavano dall'uno all'undici. Un calcio, comunque, con i soliti errori arbitrali, sempre a favore delle solite squadre. Una volta a me, una a te... proprio come accade oggi.

Ma torniamo al Catania. Dicevamo del grido di Sandro Ciotti... "Clamoroso al Cibali". E' una celebre frase pronunciata dal radiocronista dalla voce inconfondibile il 4 giugno 1961, durante la trasmissione radiofonica "Tutto il calcio minuto per minuto", per commentare la sorprendente vittoria del Catania sull'Inter per 2-0 allo stadio Cibali. La frase è poi entrata a far parte della terminologia calcistica, del lessico comune, per indicare un risultato a sorpresa, in cui a prevalere è la squadra sfavorita. Veniamo, infine, al "presidentissimo" Angelo Massimino. Di lui diamo qualche cenno biografico: nasce a Catania nel 1927, muore a Scillato il 4 marzo 1996 e per 25 anni fu il presidente del Catania Calcio. Era un imprenditore del settore edilizio, ma all'inizio degli anni '50 cominciò ad interessarsi esclusivamente di calcio. Entrò dapprima nel consiglio direttivo della società siciliana per diventarne presidente nel 1969. Di lui si ricordano i modi burberi ed autoritari che lo videro spesso in conflitto con il tifo rossoblù, ma le sue azioni ed i suoi sforzi sono sempre stati apprezzati e riconosciuti come mossi da un'amore viscerale e genuino per il "suo" Catania. A lui è stato intitolato lo stadio "Cibali". Di Massimino, però, si ricordano anche alcune frasi famose, pronunciate in un italiano maccheronico, a tratti naif, che nel tempo sono diventati dei veri e propri aforismi e modi di dire. Ecco i più famosi:

- C'è chi può e chi non può: io può...
[Al ristorante, di fronte ad una fetta di salmone] - "Cameriere, lo porti via questo prosciutto che puzza di pesce!"
- "I nostri tifosi ci seguiranno dappertutto e con tutti i mezzi a disposizione, come pullman, treni e voli charleston."
- "Quel portiere non ha niente di paranormale: è un portiere che para normale."
- "Sto andando in un paese che non vi dico, a comprare due campioni brasiliani."

Giornalista: "Presidente, al Catania manca l'amalgama."
Massimino: "Ditemi dove gioca e io lo compro."

Massimino: "La settimana scorsa abbiamo andato a giocare a Modena."
Giornalista: "Presidente: Siamo andati..."
Massimino: "Perché, hai venuto pure tu?"

SENZA PAROLE... ma con un pò di nostalgia


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