"OCCHI PUNTATI SU..." ANDREA LAZZARI... FIORENTINA, ALZATI E CAMMINA!
A pensarci bene, poteva segnare solo lui... Andrea Lazzari. E per di più su assist di Pasqual, così la resurrezione viola è totale. Eh già, perchè la partita col Genoa non aveva mezze misure: o sanciva la morte definitiva (sportiva, s'intende) di Sinisa Mihajlovic, oppure la rinascita, la ripresa del cammino della squadra viola. Il responso è stato chiaro: cross di Pasqual, gol di Lazzari, la Fiorentina si rialza e riprende a camminare. Fuor di battuta, la situazione in casa viola è molto più complessa, a cominciare dall'aria che si respira in città, sugli spalti, negli ambienti del tifo. Insomma, nonostante la vittoria, nonostante i due soli punti di distacco dall'Europa League (Mihajlovic, nel dopo partita, ha ripetuto questo concetto come un disco rotto) il feeling tra il popolo gigliato ed il tecnico serbo non c'è, e forse non ci sarà mai. Troppa la distanza caratteriale, troppe le "vedove" di Prandelli ancora in circolazione, troppi i 18 mesi di "nulla" che è andato in scena sul rettangolo verde. Troppo... Chi abbia ragione tra i due non spetta a noi dirlo, mentre ci piace analizzare i dati positivi emersi dalla partita di oggi, quelli che (battute o non battute) hanno permesso alla Fiorentina di rialzarsi e riprendere il cammino interrotto.
Innanzitutto (anzi... finalmente) è arrivato un gol di un centrocampista. Lazzari, ex-cagliaritano, nasce trequartista-esterno offensivo, rigorosamente mancino, segni particolari: duttile, versatile, da bosco e da riviera. Nella Fiorentina di Mihajlovic si fa apprezzare per l'intelligenza tattica, è il primo ad aiutare il compagno in difficoltà, è il primo a proporsi in avanti. Recupera palloni e si inserisce come insegna l'ABC del bravo centrocampista, e proprio da uno di questi inserimenti è nato il gol contro il Genoa: palla recuperata a metà campo (va detto, ad opera di Kharjà, appena sceso dal treno...) Lazzari imposta per Jovetic, prosegue Pasqual che mette arretrato per l'accorrente Andrea che piazza implacabile di sinistro. E' sembrata quasi un'azione alla mano, in puro stile rugbystico, ed il gol del mancino bergamasco vale come e più di una meta vincente. Lo aveva detto Mihajlovic dopo il 2-2 interno col Catania: il centrocampo deve aiutare di più la fase offensiva, si deve inserire, deve fare anche qualche gol, deve crescere in personalità... Detto fatto, Lazzari segue ed alimenta il contropiede, entra in area e fa 1-0. Ultima postilla sull'argomento: è il primo gol stagionale fuori dal triangolo virtuoso Cerci-Gilardino-Jovetic... accogliamo la novità con gioia.
Secondo dato positivo, l'inserimento di Romulo. Prima, però, permettete un'annotazione del tutto personale: ho provato piacere nel rivedere un giocatore viola calciare con l'esterno piede. Era dai tempi di Dunga (non a caso brasiliano come Romulo) che quella parte nobile dello scarpino veniva come dimenticata, lasciata da una parte. E invece Romulo se ne ciba senza difficoltà, appagando la sete di tecnica e proprietà balistica, quantomeno del sottoscritto. Chiusa parentesi, proseguiamo con l'analisi. Romulo è stato un punto di riferimento per tutti i 90', un porto sicuro su cui approdare, la giocata semplice, efficace, senza svolazzi o ghirigori spesso fini a se stessi. Romulo è stato empatico con il resto della squadra, come lo è stato Lazzari dall'altra parte. E qui si innesca il terzo dato suggerito dalla partita: la Fiorentina vista contro il Genoa, a livello tattico ma anche psicologico, ha beneficiato, ha benedetto l'inserimento dei due umili elementi, pronti a sacrificarsi per il bene comune. Certo sono mancati gli spunti brucianti, l'uno contro uno di Cerci, sono mancate le sgroppate, i tiri devastanti di Vargas, ma vivaddio la squadra è stata corta, la difesa ha goduto di degna copertura, lo stesso Montolivo ha potuto sganciarsi di più, cercando la percussione in verticale. In definitiva, con Romulo e Vargas è sembrata una Fiorentina più operaia, più concreta, meno sprazzi e meno folate, più legna e più sostanza. Se questa formula sia quella futuribile, lo scopriremo solo...giocando. Quel che è certo, salvo gli ultimi 20 minuti dove la paura ha fatto 90, (ma anche 94 come i minuti giocati) è che la Fiorentina è sembrata più stabile, più granitica. La quadratura del cerchio sarebbe ora costringere (ancora meglio, convincere) Vargas e Cerci a svolgere il lavoro certosino di Romulo e Lazzari: scatti, progressioni, colpi di genio, ma anche copertura, sacrificio, predisposizione alla marcatura. Se Mihajlovic riuscirà a farlo, sarà un bel giorno per tutti, altrimenti avanti con la formula dell'umiltà. Lo spettacolo, per ora, può attendere...