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"OCCHI PUNTATI SU..." La mano pesa di Delio

di Stefano Borgi

Delio ha capito. O meglio... Delio sta cominciando a capire. Con chi ha a che fare, con chi deve combattere, con chi si deve confrontare. Delio ha capito che la realtà è ben più brutta dell'immaginazione. Prendete l'ipotetico undici titolare della Fiorentina: troviamo Boruc, Cassani, Gamberini, Behrami, Montolivo, Vargas, Jovetic, Cerci, Gilardino... Prendete la classifica attuale della stessa Fiorentina: 16° posizione a 13 punti, a sole tre lunghezze dalla zona retrocessione. Qualcosa non quadra, qualcosa non torna. Senonchè ci hanno sempre insegnato che le vittorie, i risultati, si raggiungono con gli uomini veri e non con i nomi, non con le figurine, nè con le starlette tacchettate buone solo per riempire i rotocalchi di gossip. E allora passi gente come Boruc, Cassani, Behrami, Jovetic... Ma che dire di Gamberini, Montolivo, Vargas, Cerci e Gilardino? E pensate che fino a qualche settimana tutti avremmo detto: manca il manico, manca una guida affidabile, esperta, capace... Eh no signori questa guida adesso c'è, si chiama Delio Rossi, e con lui non si sgarra, con lui non si fanno sconti. Ecco perchè lo abbiamo visto cosi' ombroso, pensieroso nel dopo gara, ecco perchè lo abbiamo visto rispondere a monosillabi, guardare in basso. Forse per non far trasparire lo sgomento, lo scoramento tipico di chi ha capito, di chi sa che deve intervenire con mano pesante, pesantissima, perchè solo così si può risollevare una situazione altrimenti compromessa.

Torniamo all'elenco di cui sopra: abbiamo individuato nove "ecccellenze" (è stato lo stesso Rossi a chiamarle così, quei giocatori da recuperare al più presto, che possono dare qualcosa in più di altri), e di certo non potevamo citare De Silvestri, Pasqual, Munari, etc. etc. Di queste ne salviamo 4 (Boruc, Cassani, Behrami e Jovetic), che per motivi diversi tiriamo fuori. Ne restano cinque: Gamberini (capitano), Montolivo (ex-capitano), Vargas, Cerci e Gilardino. Fateci caso: eccetto Gamberini tutti volevano (e vogliono) andar via: chi al Milan, chi al Genoa, chi al Manchester City, chi... dovunque (ci riferiamo a Vargas), basta che non sia Firenze. E invece sono ancora qua, che tirano indietro, che remano contro. Delio però ha capito, e comincia a lanciare segnali, comincia ad usare la mano pesante: sabato col Milan fuori Cerci dopo 45'. Ieri col palermo fuori Gilardino dopo un'ora. Contro la Roma domenica prossima non ci sorprenderebbe vedere in tribuna Montolivo,oppure  Vargas, piuttosto che Gilardino (Gamberini si salva per la squalifica di Natali...) perchè l'espressione di Delio ai microfoni di Sky non prometteva niente di buono, perchè Delio non guarda in faccia nessuno. E come si dice a Firenze, più grossi sono e più fanno rumore.

A proposito di mano... a Palermo (nel grigiore dell'ennesimo risultato negativo) si è vista anche la mano dell'allenatore, e non solo dell'educatore. Innanzitutto l'atteggiamento: contro i rosanero è stata una Fiorentina propositiva, alta nel pressing (anche troppo, vedi il gol di Miccoli), veloce nel giocare di prima, che si muoveva senza palla. Diceva Arrigo Sacchi: "Io gioco senza regista, perchè il regista è colui che in quel momento ha il pallone tra i piedi. Può essere un terzino, come il rifinitore, l'importante è che chi sta giocando la palla abbia tre-quattro soluzioni da scegliere, tre-quattro compagni a cui dare questo benedetto pallone". Tradotto: l'uovo di Colombo è il gioco senza palla. E ieri si sono visti inserimenti frequenti nell'area avversaria, un fraseggio veloce a centrocampo, una squadra più corta che non "rinculava", ma andava ad aggredire cercando immediatamente la riconquista della sfera. Il tutto contro un Palermo tonico, organizzato, tuttora a punteggio pieno nella partite disputate al "Barbera". Ripetiamo: siamo solo all'inizio, ma a nostro modesto parere si comincia a vedere la mano dell'allenatore. "Questa mano pò èsse piuma e pò èsse fero..." diceva un famoso caratterista romano. A Delio Rossi consigliamo una mano di "piuma" nello spiegare schemi e posizioni in campo, una mano de "fero" (ma di quello pesante) nelle scelte, nelle sostituzioni, nelle esclusioni eccellenti. Anche perchè la classifica comincia a far paura.


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