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RITIRO PERMANENTE

di Stefano Borgi
foto di Stefano Borgi

Siamo nel "post" di Fiorentina-Chievo, Delio Rossi termina la conferenza stampa (come ama dire lui...ci ha messo la faccia), si alza velocemente e fa per andarsene. Prima però c'è da rispondere ad un cronista che lo ringrazia per la sua signorilità e gentilezza nell'assecondare tutte le domande, anche quelle più scabrose. Delio, lì per lì, abbozza, poi (uscendo) bofonchia qualcosa... "Il problema è che i bravi ragazzi piacciono alle mamme, da far sposare alle figlie". Tradotto: il calcio non è roba per bravi ragazzi, nel calcio ci vogliono i figli di... Tradotto ancora: sono stanco di passare per una persona per bene, che non si fa sentire, che non si fa rispettare. Da oggi si cambia! Beninteso, è una nostra interpretazione, ma crediamo di non essere lontani dal vero. Anche perchè era stato lo stesso Rossi ad ammetterlo: "La squadra ha paura, giocare in casa è come dare un esame, toccherà a me trasmettere quella cattiveria che non viene messa in campo". A questo punto davo per scontato che la Fiorentina andasse in ritiro già dalla sera stessa, come anticipato da Eugenio Giani pochi minuti prima: "I giocatori devono essere messi alle strette, devono andare in ritiro". Parole sante, addirittura ovvie nella loro scontatezza. Una sorta di ritiro permanente, fino a salvezza acquisita.  E invece... mi avvicino a Gianfranco Teotino per avere conferme, lui mi guarda stranito e mi fa capire che non se ne parla nemmeno. La controreplica da parte mia sarebbe (anche questa) ovvia e scontata: "Perchè li mandate in ferie forse?" Ma evidentemente non sono un figlio di... e mi ritiro in buon ordine senza profferire parola.

Ma come? (mi chiedo...) La Fiorentina è quart'ultima in classifica, è attesa da quattro sfide impossibili (per questa Fiorentina qualunque sfida sarebbe impossibile), ci aspettano Milan, Palermo, Roma ed Inter, e la società non prende decisioni? Già, però... un dubbio ci assale: e chi dovrebbe decidere? Il trio Cognigni, Mencucci, Teotino? Andiamo oltre. Diego Della Valle? Non c'era. Andrea Della Valle? Non c'era. Vincenzo Guerini? Non c'era. Pantaleo Corvino? Non c'era, e non ci sarà più. A chi spetta prendere le decisioni? Anche quelle più semplici, le più immediate, quelle che un uomo di calcio assume per forza d'inerzia, per abitudine? Già, un uomo di calcio... forse Delio Rossi, ma anche il mister sta annegando nel "mare magnum" e con lui tutta la Fiorentina. Qualcuno ha addirittura caldeggiato la decisione che fu di Cecchi Gori all'indomani della retrocessione del '93: portare tutti in serie B, una punizione collettiva, un anno tra Sassuolo, Crotone e Gubbio (ah, la neve da spalare...) a meditare sugli errori commessi. Ahimè no, i tempi sono cambiati. Intanto Montolivo, Natali, Marchionni e Felipe sono svincolati e saluteranno la compagnia. E poi riteniamo difficile che i Della Valle, così attenti ai bilanci, rinuncino a 35 milioni per Jovetic, 10 per Nastasic, 8 per Behrami, 6 per Vargas e via andare. No, meglio il ritiro permanente, meglio la vendetta immediata che si sposa con la scaramanzia, visto che dopo i 5 giorni di Viareggio la Fiorentina si è rialzata offrendo una prova dignitosa (con un punto conquistato, che di questi tempi...) in quel di Genova. Ritiro permanente per dare un segno, una dimostrazione di buona volontà da parte di tutti, giocatori e dirigenti. Ritiro permanente per farli scannare tra di loro (se ci sono delle pendenze in sospeso che facciano pure...) per cementare il famoso gruppo propugnato da Delio Rossi. Se la fuga è per la vittoria, il ritiro è per la salvezza, da conquistare ad ogni costo, ad ogni prezzo, con ogni mezzo.


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