SBORNIA VIOLA, MA SENZA SCUSE
La quinta vittoria consecutiva della Fiorentina ha l’effetto di una serata ad alto tasso alcolico e, a Firenze, esplode un’euforia contagiosa e dilagante. Molto è cambiato in città e allo stadio, tanto che nell’ubriacatura di gol, bel gioco e punti pesanti, consumatasi domenica pomeriggio al Franchi, anche Andrea Della Valle si è visto tributare un bello striscione e cori di aperto consenso. Mea culpa da parte di chi in passato aveva fischiato e mugugnato? Cenere sopra la testa di un pubblico, da sempre critico e, per mesi, gelido e feroce nei confronti della Proprietà? Assolutamente no…. e non perché il tifoso è arrogante, superbo e non vuole ammettere di avere sbagliato. In certi frangenti, drammatici e umilianti per in colori viola, non è stato un reato di lesa maestà alzare la voce e striscioni di protesta. Oggi, solo perché si vive un’altra storia, non c’è motivo di chiedere scusa, rinnegarsi e rinnegare il passato. E’ inconfutabile che gli ultimi due anni sono stati un inferno e l’urlo - che si è alzato da una parte del popolo viola - era un grido d’amore, rabbioso, sofferto e disperato, per salvare ciò che più ama. Nessuno covava gratuita perfidia e mire distruttive: la Fiorentina era già un cumulo di macerie…rimaneva ben poco da distruggere. Oggi le cose sono semplicemente cambiate e tutti ne hanno semplicemente preso atto. E’ cambiata la Società, negli uomini e negli intenti, ed è cambiato il suo modo di fare calcio: la formula segreta è presto svelata. I tifosi, invece, non sono cambiati: non erano cattivi prima e non son diventati buoni ora. Con onestà intellettuale, seppur spruzzata di obnubilante passione, prendono atto dei meriti e dei demeriti di chi ha in mano le sorti del bene per loro più prezioso. Come, prima, non criticavano per partito preso, oggi non salgono sul carro del vincitore in maniera ipocrita e un po’ vigliacca, chiedendo scusa in nome di un’attualità che inebria, ma che non può cancellare il passato. Chi compra un biglietto o un abbonamento, che sia a teatro come allo stadio, ha compreso nel prezzo il diritto di applaudire, se si ritiene soddisfatto, o di fischiare qualora lo spettacolo offerto sia deludente e irritante. Giocatori, allenatori, dirigenze vanno…quello che resta è sempre e solo la Fiorentina e il tifoso fa semplicemente il proprio lavoro amandola e difendendola, con ogni strumento lecito, nei momenti in cui la vede annaspare con l’acqua alla gola.
Ecco perché Firenze, oggi, non deve cospargersi la testa di cenere e chi ha criticato, negli ultimi due anni, non deve sentirsi colpevole e sgradito compagno degli attuali bagordi da chi ha avuto il pregio, o l’incoscienza, di essere un’ottimista della prima ora. Chi ha commesso degli errori in passato non può pretendere che l’eccellente condotta attuale comporti scuse retroattive.
Anzi, faccia tesoro dell’esperienza passata e la usi come monito, per non ripetere gli stessi errori. E chissà che le contestazioni, i fischi e certi striscioni non abbiano contribuito a scuotere gli animi e le coscienze di chi è stato l’artefice di un recente passato da dimenticare e, tutti si augurano, di un presente e di un futuro da incorniciare.