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"STORIE DI CALCIO", Tifano tutti Juventus...

di Stefano Borgi

Per una volta, ci perdonerete, non parleremo di Fiorentina. O meglio... poichè nello specifico tratteremo di Juventus, con i probabili favori, i presunti vantaggi che la "vecchia Signora" avrebbe ottenuto dal mondo del calcio, ecco che torna in gioco anche la Fiorentina (più volte vessata dal potrere bianconero) seppur non coinvolta in prima persona. Lo spunto ce lo offre il terzo anniversario della morte di Candido Cannavò, deceduto il 22 febbraio 2009 all'età di 79 anni. Chi era Candido Cannavò? Basti dire che da tutti era considerato il "direttore" storico della Gazzetta dello Sport (ben 19 anni a capo della "rosea", dal 1983 al 2002, con invidiabili riscontri editoriali), un autentico maestro di giornalismo. Noi lo abbiamo conosciuto marginalmente, ma l'impressione che ne ricavammo fu di una persona limpida, schietta, sincera. Queste poche righe sono solo un ricordo, certi che i lettori di Firenzeviola.it apprezzeranno "una tantum" questa evasione di campo dal mondo Fiorentina. A margine, proponiamo una storia (vera? inventata?) che ci trovammo a scrivere nel settembre 2006, di ispirazione per lo più fantasiosa. O forse più reale di quanto si possa pensare...

Avere un amico tassista, in alcuni casi, può essere utile. Francesco, da gran tifoso viola, è sempre informatissimo circa le vicende della squadra, oltre che essere un profondo conoscitore della storia della Fiorentina. Quello del tassista, lo sappiamo, è un osservatorio privilegiato, per raccogliere gli umori della gente, per incontri quantomeno intriganti, come quello che mi appresto a raccontarvi, avvenuto circa sei anni fa... "Stazione di Firenze, è una domenica sera mite e temperata d’inizio estate del 2000. Un signore distinto e un po’ in là con gli anni chiede un taxi, destinazione la chiesa di Piazza Elia dalla Costa dove lo aspetta... Gino Bartali. Il suo nome di battesimo tradisce pulizia e trasparenza ed è qui per il funerale di uno sportivo vero, Ginettaccio appunto. E’ anche la domenica di Juventus–Parma e del gol incredibilmente annullato a Cannavaro (allora militava nella squadra ducale) con uno scudetto che solo Collina e la pioggia di Perugia riuscirono a scucire dalle maglie bianconere. Per la cronaca l’arbitro di quella partita era De Santis, una delle figure centrali del processo di calciopoli.
Il tassista riconosce l’avventore e con malcelato imbarazzo si fa avanti: “Direttore mi scusi, non ho visto i filmati, ma era buono il gol di Cannavaro? “ La risposta arriva perentoria: “Certo che era buono, si sorprende?” Allora il tassista prende coraggio e incalza: “Ma come è possibile, l’arbitro dov’era, come può non avere visto?" La replica arriva come una liberazione per il direttore e come una rivelazione per l’uomo della strada: “Vede amico mio, sono tutti d’accordo. La Juventus ha tifosi in tutta Italia e sostiene il movimento calcio più di ogni altra squadra: la juve vince e si vendono più giornali, la juve vince e si vendono più abbonamenti alla pay TV, la juve vince e più gente va allo stadio. E così va bene a tutti. Qualche volta vincerà il Milan, altre volte l’Inter, ma la Juventus deve rimanere lassù, in cima, sennò casca tutto. E' semplice, se ci pensa”.

Il tragitto che va dalla stazione alla chiesa è breve, non c’è tempo per altre rivelazioni, e del resto sarebbero superflue; è tutto molto chiaro. Mentre il direttore paga ripete per l’ultima volta... “amico mio mi creda, sono tutti d'accordo…” e si avvia soddisfatto.
Si sa, il tassista è come il confessore, a lui puoi dire qualsiasi cosa, lì nasce e lì muore, e il direttore non si è lasciato sfuggire l’occasione. Forse neanche lui ne poteva più di tenersi dentro tutta la verità.

Stefano Borgi


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