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TESTA AL PRESENTE, MA CON UN OCCHIO AL FUTURO

di Silvia Nanni

La corsa della Fiorentina continua.
Da qui al 19 maggio saranno tutte finali ma, soprattutto, tutte partite utili a delineare le future mosse della Società sul mercato.
Insomma, tanti minuti buoni per fornire “spunti e appunti” per il taccuino del duo Pradè/ Macia, che sta già pensando alla prossima stagione.
Il reparto avanzato è quello che tiene più viva l’attenzione, con le sue note piacevoli e quelle dolenti.
Come a scuola, di questo periodo, si comincia a pensare agli scrutini per tirare fuori i promossi e i bocciati dell’annata calcistica.
La permanenza di Jovetic in viola appare sempre meno certa, perché - come si dice da queste parti  - “per forza non si fa neanche l’aceto” e l’attacco diventa una priorità per gli uomini mercato.
I punti fermi sono pochi.
Se Rossi è la certezza, Toni è esperta chioccia che potrà tornare utile.
Ljajic sta convincendo e il suo ingresso sabato sera ha cambiato il volto di una partita che, nel primo tempo, ci ha consegnato una Fiorentina piuttosto apatica e incolore. La scadenza del contratto nel 2014 e l’interesse di altre Società, però, mette un po’ d’apprensione, perché le cifre del rinnovo potrebbero essere importanti.
El Hamdaoui imbarazzante a Bergamo, scompare davanti alla favola bella di Larrondo, che pare uscita dalla penna di Hans Christian Andersen. Il “brutto anatroccolo che si trasforma in cigno” strappa applausi….ma essere re per una notte non basta per guadagnarsi la conferma.
In attesa di avere idee più chiare sull’attuale rosa, ecco che spunta il nome di Alessio Cerci, oggi in comproprietà con il Torino, in veste di papabile cavallo di ritorno.
Il giocatore non ha mai avuto con la piazza fiorentina un rapporto idilliaco e, per osmosi, neppure la di lui fidanzata, il cui improvvido uso dei social network non ha contribuito alla creazione di una corrispondenza di amorosi sensi fra i fiorentini e l’incostante talento di Valmontone. Per Alessio due anni in viola, nel bene e nel male, tutt’altro che banali e che hanno suscitato disappunto, ma anche la feroce ironia dei fiorentini.
Fra verità e leggende metropolitane – dal difficile rapporto con i parcheggi alle passeggiate nel centro storico con gatto al guinzaglio -  Alessio Cerci ha regalato gol e argomenti di cui parlare.
Piedi più che buoni ed indubbie possibilità, almeno sulle rive dell’Arno, non son riusciti a surclassare modi di proporsi ed atteggiamenti decisamente naif: dalla vistosa passata per arginare la chioma leonina ai pantaloncini infilati nelle mutande a sfoggiare un quadricipite assassino.
Approdato alla corte di Ventura, grazie alla cui guida ha conquistato anche Prandelli, non ha lesinato lamentele sull’esperienza fiorentina che gli ha lasciato – a suo rispettabile modo di vedere - etichette sbagliate, inadeguata preparazione ed incomprensioni.
Domenica, ironia della sorte, i destini di Cerci e della Fiorentina si incroceranno, in un momento di cruciale importanza per i Viola.
Sul suo ritorno sotto la Torre di Maratona non c’è certezza, perché nessuno può vaticinare quel che accadrà nel futuro ancora lontano. Limitiamoci a quello più imminente e auguriamoci solo che Cerci non bissi la partita dell’andata e non giochi un brutto scherzetto alla Fiorentina che, notoriamente, è piuttosto avvezza a subire i fastidiosi e pesanti gol degli ex.