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TONI, QUALCUNO DEVE CHIEDERE SCUSA...

di Stefano Borgi

Tutti dobbiamo chiedere scusa a Luca Toni. Tutti, nessuno escluso. Alzi la mano, infatti, chi non si è messo a ridere quando si seppe che il "nuovo" attaccante della Fiorentina era Luca Toni. Quelli più discreti si limitarono ad un sorrisino, altri si prodigarono in battute velenose. Quasi a dire... "Guarda chi mi tocca rivedere, ma gioca ancora?" Lo stesso Prandelli, interpellato a Coverciano, mostrò un'espressione divertita (Cesare, tu quoque?) ed un moto di sorpresa. Eh già, perchè di Luca Toni se ne erano perse le tracce. Quello che nel 2006 aveva completato un invidiabile "triplete" (capocannoniere in serie A, scarpa d'oro, campione del mondo con la nazionale) era praticamente sparito dai radar, dopo tre stagioni incolori con tre maglie diverse: Juventus, Genoa e Roma. Per lui, in tutto, 45 presenze e 10 gol, alla media di uno ogni 4 partite e mezza. Un'inezia se confrontata agli anni d'oro della Fiorentina di Prandelli (71 partite, 49 gol) piuttosto che quelli (se possibile ancora migliori) del Bayern di Monaco: 89 presenze, 58 reti, 2 scudetti nella Bundesliga, 2 coppe di Germania, 1 coppa di Lega, 1 titolo di capocannoniere. Poi l'esilio dorato a Dubai, negli Emirati Arabi. Lo ha salvato la nostalgia, la voglia di ricostruire, il cuore di Andrea Della Valle che ha pensato: "Chi più di tutti ha reso grande la mia Fiorentina? Frey, Mutu, Gilardino? Forse... Ma più di tutti è stato Luca Toni. E allora lo rivoglio a Firenze, voglio ricreare la Fiorentina del 2005-2006. Magari anche più forte". Detto, fatto! Berbatov o non Berbatov, Luca Toni doveva vestire di nuovo la maglia viola. Già, ma in che condizioni avremmo ritrovato il ragazzone di Pavullo? Lo abbiamo detto, le ultime stagioni in Italia avevano lasciato parecchi dubbi, quei pochi mesi con l'Al Nasr sembravano più una sorta di buona uscita che altro. E allora... vale la pena rischiare? Andrea ci ha creduto, Andrea ha avuto ragione. Opinione pubblica, addetti ai lavori, tifosi di ogni latitudine hanno avuto torto. Ecco perchè dobbiamo chiedere scusa a Luca Toni.

NUMERI SORPRENDENTI - Fin qui le opinioni, i giudizi soggettivi. Poi ci sono i numeri, che non tradiscono mai. Innanzitutto diciamo che siamo arrivati all'11° giornata, più di un quarto del campionato. Un campione, quindi, altamente attendibile. Luca, fino ad ora, ha disputato 345' spalmati in 7 apparizioni. Lo score recita tre gol (Catania, Lazio e Cagliari, quest'ultimo il 50esimo in maglia viola) alla media di uno ogni 112 minuti. Più un gol annullato (contro il Bologna, apparso regolare), ed un palo contro il Chievo. Come ciliegina i 90' minuti contro il Cagliari, la prima partita giocata per intero, a dimostrazione dell'integrità e della condizione fisica ritrovata di Luca. Il tutto al netto dei suoi 35 anni già compiuti, che per un attaccante sono una vita... e forse più. Eppure (vox populi) la girata vincente contro la Lazio è roba da ventenni, e poi... avete visto con quale decisione si è gettato sull'assist di Jovetic? Ed il primo gol col Catania? Semplice... a vedersi. Ma bisognava esserci, ci voleva l'istinto della punta per capire che il pallone sarebbe arrivato lì. Insomma, la gente è entusiasta di Luca, gli ha perdonato le strisce che lo hanno rivestito negli ultimi anni. E lui ha risposto presente, in barba a chi diceva che Toni era un ex-giocatore, che non avrebbe retto 20 minuti, che ormai la campana dell'ultimo round stava per suonare. Nella città di Dante verrebbe da dire: "Non ti curar di loro, ma guarda e passa". E stavolta tocca a Luca sorridere...


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