UN "MERCOLEDÌ DA LEONI" PER L'EUROPA LEAGUE
Firenze è avvelenata, ma l’amarezza e la rabbia devono essere metabolizzate in fretta.
Il campionato chiama ed impone, addirittura, un turno infrasettimanale.
Poco tempo, quindi, per raccattare i cocci ed eliminare le scorie di una sconfitta immeritata e bruciante, maturata nel modo più atroce.
Sabato sera Firenze si è ricordata di quanto il calcio sa essere crudele.
Il feroce Dio del Pallone pretende gol e non belle giocate per placare la propria fame.
“Mancò la fortuna, non il valore” è magra consolazione per una città che, nella sua storia calcistica, ha visto - troppe volte – infrangere, su legni e “sviste arbitrali”, sogni e meritate ambizioni.
Mercoledì sera la Fiorentina è attesa al Franchi di Siena per giocarsi quel “derby toscano”, vissuto come tale molto più dai bianconeri che dai viola.
Nell’Italia dei campanili, se calcisticamente non c’è paragone, si va a scomodare la storia. Con salto temporale titanico di quasi 8 secoli, i padroni di casa, spesso e volentieri, hanno riesumato Montaperti, pur di sbattere in faccia all’avversario una cocente sconfitta.
Poco importa se fu gloria temporanea, visto che Firenze alla fine piegò la riottosa Siena e la inglobò nei suoi possedimenti, quel che conta è sventolare una vittoria per quanto vetusta e impolverata.
All’ombra della Torre di Maratona si è sempre guardato a questa gara con un po’ di sufficienza: non è più tempo di Guelfi e Ghibellini e ci basta la dantesca condanna di Farinata degli Uberti all’Inferno, per archiviare la pratica.
Nel 2013 Firenze, all’Inferno, avrebbe voluto spedirci il Diavolo…….ma chi ci era riuscito 5 anni fa, ironia della sorte, ci ha pugnalato al 92°.
Mercoledì ogni motivazione dovrà essere buona per la Fiorentina.
C’è un quarto posto da difendere, in un momento psicologicamente delicato, contro un Siena con un piede e mezzo in serie B.
La rabbia e la frustrazione dovranno essere incanalate e convertite in lucida determinazione.
E’ un campionato - a detta di qualcuno - “falsato”, in cui la Fiorentina si è ritrovata a recitare il pericoloso ruolo del “quarto” incomodo. Forse il sacrificio della Viola sull’altare delle gerarchie del calcio italiano consentirà al novello Savonarola di guardare a questa stagione con minore severità.
Agguantiamo l’Europa League, difendiamo il quarto posto con le unghie e con i denti.
E’ traguardo minore rispetto a quello meritato sul campo, ma perdere testa e concentrazione ora aggiungerebbe al danno pure la beffa.
Passato, presente, futuro: la Fiorentina scelga cosa vuole per caricarsi di motivazioni e ricaricarsi le pile in questo finale di stagione perché, figlia di una Firenze storicamente invisa ai potenti e orgogliosamente sola contro tutti, ancora oggi è condannata ad essere più forte non solo dell’avversario, ma anche della sfortuna, delle miopie arbitrali e dei lamenti delle prefiche che, anche se non arrivano in cielo, non rimangono mai inascoltate su questa Terra.