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UN NATALE COLORATO DI VIOLA

di Silvia Nanni

25 dicembre: tempo di sorprese e di regali. Nessun tifoso, in questo 2012, avrebbe osato chiedere tanto nella letterina a Babbo Natale. Neanche i più “buoni e meritevoli”, per pudore ed umiltà, avrebbero aspirato a qualcosa di così prezioso. Quest’anno, sotto l’albero, Firenze ha trovato un terzo posto in classifica, che brilla come un trilogy: un anello con tre diamanti che sancisce, in maniera inequivocabile, la rinnovata armonia di coppia fra la città e la Fiorentina. Accantonati i nefandi Maya, ci si accorge che – a differenza di apocalittici calendari e nefaste profezie – il calcio non è materia per scienziati. Le sue regole sono un po’ come scoprire l’acqua calda: c’è ben poco di sconvolgente. Eppure, qui, l’ovvio - relegato per quasi due anni nell’oblio - appare oggi come una rivoluzionaria scoperta. I segreti di questa Fiorentina sono un po’ come quelli di Pulcinella. Tutto è cambiato nel momento in cui la Proprietà ha deciso di non farsi più umiliare, condannando allo stesso destino una squadra e una città.
Poche mosse semplici – che spesso si rivelano le più intelligenti - hanno fatto il resto. E’ bastato mettere gli uomini giusti nel posto giusto, scegliere con acume e lungimiranza giocatori e dirigenti funzionali al progetto che, dopo mesi, ha cessato di essere sostantivo vuoto, quanto misterioso. Un allenatore giovane, preparato, con idee chiare e debite ambizioni è stato scelto come timoniere. Un Direttore Sportivo silente ed operoso ha saputo cogliere le occasioni con pazienza e arguzia, senza perdersi in logorroiche conferenze stampa ed acrobatiche arrampicate sugli specchi. Il suo lavoro, e quello dei suoi più stretti collaboratori, ha dimostrato che non occorre necessariamente svenarsi, per costruire una squadra competitiva. Si può lavorare bene mettendo sul piatto della bilancia la conoscenza e l’esperienza per sopperire all’handicap di un budget limitato. Il coraggio, spesso, sovverte pronostici ed arride agli audaci e porta a scegliere calciatori in cerca di riscatto, reduci da infortuni e annate negative o vessati da carte di identità che chiedono di pagare dazio. Se non puoi avere campioni, puoi avere uomini motivati in grado di mettere in campo stimoli e voglia di rivincita, in grado di colmare il gap. La fantomatica “notte delle pernici”, in quel di Moena, è stato il punto di non ritorno, in cui la Fiorentina ha deciso di aprire porte e finestre per far entrare aria nuova e pulita. Un lavoro enorme ed estremamente proficuo che fa brillare gli occhi ai fiorentini. Scartato il regalo di Natale, Firenze, ora, aspetta la Befana. Senza il timore di apparire ingorda, si augura di trovare qualcosa anche nella calza. Questa squadra non è perfetta ma, sicuramente, è perfettibile. Alcuni limiti sono congeniti. In questi mesi si è cercato di mascherarli e di limitarne le conseguenze ma, ora, si presenta l’opportunità di evitare che divengano cronici. La classifica impone, almeno, di provarci… di compiere un ulteriore sforzo, per affrontare il girone di ritorno con qualche freccia in più al proprio arco. Roma non fu costruita in un giorno e nemmeno una squadra di calcio può vantare tempi tanto brevi, ma sarebbe un peccato imperdonabile arrestare i lavori in corso d’opera. Ogni mattone in più consente di lastricare la strada dei sogni, non di buone intenzioni, ma di solide realtà.

Buon Natale Fiorentina!