TORNA BORJA, L'AMICO NICOLA RACCONTA A FV ANEDDOTI E RETROSCENA

Esclusiva Firenzeviola.it
03.01.2018 10:00 di  Luciana Magistrato   vedi letture
TORNA BORJA, L'AMICO NICOLA RACCONTA A FV ANEDDOTI E RETROSCENA
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"Ho pronosticato a Borja un 2-1 per la Fiorentina ma con un suo gol per l'Inter, solo che gliel'ho pronosticato di sinistro da fuori area per prenderlo in giro. Vedremo se ci riuscirà". A dirlo in esclusiva a Firenzeviola.it è Nicola Badalassi, uno degli amici più cari lasciati a Firenze da Borja Valero. Venerdì il centrocampista spagnolo tornerà per la prima volta al Franchi da avversario e per il gruppetto di amici fiorentini, pur tifosi viola, l'emozione è tanta. A Borja li lega due anni e mezzo circa di amicizia vera, come racconta appunto Nicola: "Ci siamo conosciuti perché mio figlio Matteo e Alvaro Valero giocavano insieme alla Settignanese così, vedendoci agli allenamenti e alle partite dei figli, abbiamo iniziato a frequentarci come accade tra genitori normali".

Solo che Borja un genitore tanto normale non è: "Vero, ma non lo dava a vedere, anzi. Ci siamo trovati subito perché ha un carattere molto simile a quello dei fiorentini, pungente e scherzoso, passavamo il tempo a studiare scherzi tra di noi. Inoltre in lui e Rocio ho riscontrato una grande maturità ed ho capito che la nostra amicizia non era di facciata ma vera. Ed anche se io sono più grande di una decina di anni, mi sono arricchito dalla loro conoscenza, perché si sono mostrate persone vere e genitori che volevano trasmettere valori importanti ai figli e insegnare loro a rapportarsi con persone 'normali' e diverse per cultura e situazione economica. Per dire, a cena andavamo in locali alla portata di tutti perché erano loro che si adattavano alle nostre abitudini".

Quali altre passioni ed hobby avete condiviso? "Avevamo fatto un gruppo con lui ed Enrico Bicci, uno sbandieratore come lo sono stato io, per giocare a golf, soprattutto all'Isolotto in un campo piccolissimo ma dove passavamo bei momenti. Lui è molto appassionato di golf e ce lo ha trasmesso. Ad ottobre con la mia Banca abbiamo organizzato un torneo e lui ha approfittato di una pausa per le Nazionali per partecipare con noi. Inoltre con Enrico lo abbiamo raggiunto a Milano e siamo stati insieme all'Open d'Italia. Ricordo invece una giornata divertente e bellissima in mountain bike. Lui ne prese una a noleggio e da via Aretina  arrivammo a Vincigliata, poi Fiesole, tappa a Maiano per il pranzo e poi di nuovo a Firenze. O la torta con la scritta "sindaco" che gli feci fare per festeggiare il suo compleanno. Ecco, quelle giornate e la quotidianità, come le tappe al barrettino San Pancrazio di via della Spada mi mancano molto".

Borja è anche appassionato di calcio storico e con lei è stato allo Scoppio del Carro: "Si, la passione gli è nata anche per l'amicizia con Pierluigi Vitali, capogruppo dei Bandierai degli Uffizi e voce, insieme all'Artusi, che apre le partite del calcio storico. Pensi che Gigi è stata la prima persona alla quale si è affezionata Rocio andando ai campini, perciò si sono appassionati anche a questa nostra tradizione ed è stato emozionante portarli allo Scoppio del carro che per noi fiorentini è importantissimo".

Veniamo alle note dolenti, come è stato l'addio? "Doloroso, mi è dispiaciuto molto. Quando i tifosi vennero a salutarlo sotto casa, io ero in casa con loro e fu davvero emozionante e da brividi. Quando i tifosi andarono via, Borja si girò in lacrime e disse 'basta, io rimango'. Ovviamente su quella frase di pancia ha vinto la razionalità. Lui era legato a Firenze e sapendo quanto i figli volessero restare non avrebbe avuto dubbi. Sarebbe bastato tendergli una mano qualche mese prima di far precipitare tutto ma Borja aveva capito che in società non era più amato e considerato un simbolo della Fiorentina come si era sentito fino a poco prima e che il nuovo direttore lo avrebbe ceduto a qualunque cifra. Già nel gennaio precedente la società aveva dato l'ok per cederlo in Cina, figuriamoci. Il corteggiamento di due anni di Spalletti ha fatto il resto. Ma di sicuro non ha lasciato per soldi come qualcuno ha pensato. Se fosse stato dietro ai soldi avrebbe accettato la Cina un anno fa e a quest'ora sarebbe un nababbo. Comunque professionalmente sono contento per lui anche se mi è dispiaciuto soprattutto per i bambini".

Come pensa che sarà accolto venerdì sera al Franchi? "Da quello che ho capito anche attraverso i social, il 70 per cento delle persone lo accoglieranno bene anche se io per scherzare gli ho scritto che lo fischieremo (ride, ndr). Forse qualcuno lo farà ma non noi che lo tiferemo come sempre dal parterre di maratona. Non so se Rocio e i bambini verranno con noi come altre volte ma di sicuro so che prima e dopo la partita l'appuntamento è, come negli altri anni, alla solita panchina dietro la Fiesole".