MORTE TIFOSO, La famiglia: "Perdoniamo i cori viola"

20.03.2019 12:30 di  Redazione FV  Twitter:    vedi letture
MORTE TIFOSO, La famiglia: "Perdoniamo i cori viola"
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

Questa mattina su L'Unione Sarda compare una lettera del fratello di Daniele Atzori, il tifoso del Cagliari morto in occasione della partita di venerdì scorso. Alessandro, questo il suo nome, ha stemperato le polemiche che si erano accese in seguito a dei cori beceri rivolti verso il fratello da parte di una ventina massimo di tifosi fiorentini. Riportiamo di seguito un estratto della sua lettera: "[...] Vorrei in primis il permesso per ringraziare tutte le persone che si sono strette a noi in questo momento di profondo dolore, tutti i parenti, gli amici, i colleghi suoi ed i miei, e senza giri di parole le due società coinvolte in questo momento; Cagliari e Fiorentina, che ci sono state vicine in questo tremendo momento di lutto. [...] Sono semplicemente qui per tentare di alleggerire i toni sulla vicenda dei tifosi della Fiorentina. Premetto che sono tifoso del Cagliari ma anche dell’Inter, ma che nessuna delle società sportive di tutta la serie calcistica mi dà uno stipendio, quindi il mio è comunque un tifo blando [...]. Vorrei che la società della Fiorentina, il sindaco della città di Firenze e tutti i veri tifosi sappiano che né io, né tanto meno la mia famiglia ci sentiamo offesi dai cori contro la vita di mio fratello.

Perché so bene cosa vuol dire stare in uno stadio, dove la competizione diventa palpabile anche negli spalti. Dove lo sfottò diventa protagonista tra le tifoserie, dove la passione ti porta a dire cose che nel quotidiano non si pensano minimamente. Amo Firenze, amo i fiorentini, la culla della nostra lingua e so, come anche Dany sapeva, che cori così ci sono e sempre ci saranno negli spalti, ma che sono e devono restare tali, senza assorbirli, senza offendersi... senza "ti aspetto fuori". Chiudo ricordando la presidenza della Fiorentina che ha chiamato la mia famiglia per scusarsi dell’accaduto, anche se non c'è nulla di cui chiedere scusa. Mio fratello è morto per via del suo cuore, non dei cori di pochi scalmanati insensibili [...]."