UN NOME SOLO DOPO CESARE di Marco Bucciantini

Di Marco Bucciantini, L'Unità, per Firenzeviola.it
22.05.2010 00:00 di  Marco Bucciantini   vedi letture
UN NOME SOLO DOPO CESARE di Marco Bucciantini
FirenzeViola.it

L'allenatore. Mi è dispiaciuto, perché Cesare Prandelli è ottima persona, e tecnico eccezionale. E il suo staff è di prim'ordine, e anch'esso umanamente piacevole da conoscere (l'ho fatto). Ma da mesi ero convinto di questo addio, e anche in questa rubrica l'ho scritto. Le parole di circostanza non mi avevano depistato, seppur auspicate. E insisto: quello che è accaduto sta nella natura delle cose, e delle persone, e delle possibilità. Un giorno Prandelli mi disse: “In futuro potrei allenare una Nazionale (e sperava fosse quella azzurra). Non mi vedo in un club diverso dalla Fiorentina”. Allora questa persona si merita un grazie in più: perché è stato coerente (davanti a occasioni importanti, le migliori: Juventu,. Milan e Inter cambieranno panchina o l'hanno già cambiata: in una di queste Cesare sarebbe sicuramente finito).
Serviva più calore in questo lungo, troppo lungo addio. Questo ho detto, ripetuto, scritto e riscritto. Lo meritavano i protagonisti. Anche le rimostranze dei capi della tifoseria sono appropriate: a saperlo prima, avrebbero festeggiato Prandelli nell'ultima gara di campionato al Franchi. Sarebbe stato bello e giusto. Ma troveremo il modo e il giorno per dire a Cesare quanto lo abbiamo stimato e amato. Per quello che ci ha dato, e per quello che è.
Andiamo avanti. Vorrei Allegri. Lui e basta. Non partecipo mai alla rissa dei nomi. Questo, quello, quell'altro. Per me non esistono mai le “rose”. Ci sono le persone giuste, nei posti giusti, al momento giusto (come lo fu Cesare). Questa combinazione è delicata e per questo non può riguardare troppe persone (e se ne leggono di diverse per curriculum, età, caratteristiche umane). Vorrei Allegri perché ha già esperienza di Serie A. Perché ha dimostrato duttilità tattica a Cagliari, perché ha vinto spesso in trasferta (dove t'imponi solo se hai dato un'identità, anche difensiva, anche speculare, anche “sofferente” alla tua squadra). Perché può lavorare con un organico “mosso”, senza rigidità tattiche. Lo vorrei perché lo vedo apparire in tv, dopo la partita, con una misura da signore e una parlata simpatica: la nostra, quella toscana.

Lo vorrei perché è bravo (come molti altri, per carità). MI piace quando cambia gli attaccanti, sempre, nell'ultima mezz'ora di gioco, per attaccare sempre con massime intensità e corsa la difesa altrui. Mi piace perché ha recuperato tante partite nel finale: sa trasmettere agonismo, cosa che ai viola quest'anno è mancata. Mi piace perché usa terzini d'appoggio alla manovra (a Cagliari uno era il “nostro” Agostini), come Cesare, difendendo con solo due puri centrali, e chiedendo loro di giocar palla. Mi piace l'idea di puntare sulla destrezza, con attaccanti rapidi, palla bassa (e non è facile, allenando squadre che spesso devono lasciare il possesso della palla agli altri). Mi piace perché può starci molti anni, su quella panchina.
Leggo che lo vuole il Milan. Questo testimonia il suo valore, intuito dai più. Non è il Milan di venti o dieci anni fa: irrinunciabile. Possono offrire molto ad Allegri, ma non le Coppe e i Campionati: sono in ridimensionamento. Hanno un campione giovane (Pato) e un campione stanco (Pirlo). Il resto è ordinario e talvolta ingombrante (Ronaldinho). Giochiamocela. Convochiamo Allegri e presentiamo i nostri progetti. La nostra voglia di crescere, il nostro grafico che va su (quello del Milan va giù). Troviamo le parole giuste, quelle che sono mancate in questi mesi.
Dobbiamo tornare a trovare le parole giuste, che sanno trascinare, che sanno dare valore a quello che siamo e che facciamo. Che sanno convincere, che è ancor più importante che vincere.
Dunque servono i progetti, prima del tecnico. Le idee chiare, da offrire al tecnico.
Altri nomi li faccio ma non li sponsorizzo. E' giusto lavorare con una gerarchia in testa e spero che Corvino e i Della Valle l'abbiano, sarebbe colpevole il contrario, visto il rapporto con Prandelli degli ultimi mesi. Faccio solo una piccola rassegna, convinto che Del Neri poteva fare al caso nostro (e la rosa gli s'addiceva, con gli esterni d'attacco che abbiamo) e che con Mazzarri due esterni come Vargas e De Silvestri risolvono il problema più grande per chi usa ancora la difesa con tre centrali. Mi piace Gasperini, perché fa giocar bene le sue squadre (e quelle avversarie) e perché ha una bella faccia e un bel tono, ragionamento che mi fa escludere Mihaijlovic, che ottiene risultati imbrigliando le altre squadre e che ha una brutta faccia e un bruttissimo tono. Delio Rossi – uomo da grande annata, ma troppo spigoloso per progettare un ciclo lungo - mi pare accasato, e trattare con Zamparini è odioso. L'ultimo che rammento è Marino, che mi pare un Gasperini con qualche vuoto durante la stagione. Non azzarderei un nome dalla serie B: troppo grande l'eredità di Prandelli per gravarla su un esordiente.
Ciao, Cesare. La Nazionale tornerà patrimonio condiviso. Ci rivediamo fra quattro anni, in qualche modo, in qualche ruolo, me lo sento.