VIOLA SENZ'ANIMA di Matteo Magrini

02.05.2010 00:30 di  Matteo Magrini   vedi letture
VIOLA SENZ'ANIMA di Matteo Magrini

Bella senz'anima, diceva qualcuno. Un po' come la Fiorentina di San Siro e di questo finale triste di stagione. In realtà, però, questa squadra è pochissimo bella e molto senz'anima. E poco importa se al cospetto di un Milan al limite della pensione Gilardino e compagni hanno avuto almeno il buon cuore di provare a giocarla, la partita.

Certo che a ripensare a quello che è stato viene una gran malinconia. Ripensi ad Anfield Road, all'Allianz Arena, e ti accorgi che questo gruppo ha perso quella magia che l'aveva portato a stupire l'Europa dei grandi. La Fiorentina vista contro il Milan è una squadra molto attenta a non perdere ancora e poco più, e se poi la partita la perdi si capisce che rimane il nulla. Niente più coraggio, niente più ardore. La squadra che mordeva e scappava, che si divertiva a scherzare con chi si credeva invincibile non esiste. Non più. Che peccato.



E dire che "la squadra c'era, e che in cinque anni ha sempre dimostrato attaccamento alla maglia", caro mister, ha davvero poco significato. I cinque anni passati sono nella storia e nessuno se li scorda (sarebbe da pazzi) ma adesso conta il presente e negli ultimi tempi qualche dubbio, sull'attaccamento, era lecito averlo. Ieri no, ieri qualcosa (pochissimo) s'è visto. Quanto meno, appunto, in campo ci sono andati.  Sarebbe stato grave il contrario, all'indomani della sfogo di Andrea Della Valle.  Ma gli sarà piaciuta, all'azionista di riferimento (non chiamiamolo Presidente che magari, non essendolo, s'offende) la Fiorentina di Milano? Forse, si, o forse no. Chissà. Una cosa è sicura. La squadra ha perso la sua anima.

Occorre allora chiedersi perchè. "Portare avanti tre obiettivi ci ha sicuramente penalizzato", dice capitan Montolivo, e non è che sia molto lontano dalla realtà. Poi, però, c'è il resto, ed è tantissima roba. C'è un padrone che è arrivato allo scontro frontale col suo allenatore e c'è un gruppo che di questa spaccatura porta evidenti le ferite. Può essere un caso che da quella famosa intervista alla Gazzetta (o comunicato, come lo chiama il buon Corvino) nulla sia stato più come prima? Loro ci dicono che tutto è chiarito, ed è giusto credergli.

Ora però che lo dimostrino, e che spieghino a chi va in campo che serve ripartire. Serve ritrovare la voglia (più che chiedere chiarezza) e quel desiderio di stupire che ha portato la Fiorentina sulla bocca di tutti. "Un caso da studiare", si diceva, e per molti verso era e probabilmente è tutt'ora vero. Adesso però, è meglio che questa squadra, quando va in campo, non la studi nessuno, altrimenti la bocciatura sarebbe scontata. Vedere Jovetic perdersi sul prato di San Siro, affiancato da un Marchionni lento, impacciato e incapace di pensare un'idea che sia una fa male. E' il segno di quello che era e che lentamente è sparito. Proprio loro, trascinatori viola nei momenti più belli, ieri sono stati i peggiori, immagine sbiadita di una squadra che stupiva e che adesso s'è persa.

Nessun colpevole, ma tutti responsabili. Da Don Diego a Prandelli, passando per i giocatori e per Corvino. A ognuno il suo. Del patron abbiamo detto più volte. Non doveva attaccare in quel modo (ma perchè poi?) il mister, così come il Pranda non doveva prestarsi al gioco del ping pong. Poi c'è il PandaLeo, e un mercato inadeguato per chi vuole lottare su tre fronti. Perchè i giocatori, è bene ribadirlo, hanno colpe enormi ma certo pretendere che arrivassero belli frschi al finale di stagione era impossibile.Tocca a tutti rimediare. A loro il compito di ritrovare quello spirito che c'aveva fatto credere d'essere grandi, davvero. Servono idee e fantasia, cattiveria e determinazione ma soprattutto serve un'anima. Perchè puoi avere l'allenatore o il campione che vuoi, puoi cambiare tutto (speriamo di no) o ripartire da basi certe, ma senza un'anima tutto diventa inutile. Questa è stato il segreto in questi cinque anni, l'anima. Scordarselo sarebbe peccato mortale, ritrovarla il primo passo per tornare a sognare.