FIORENTINA, LA DIFESA DI COMMISSO E UNA REALTÀ DIFFERENTE: LE SCELTE DEI SUOI DIRIGENTI SUL MERCATO SPESSO SONO STATE DEI FLOP. PER IL FUTURO FIDUCIA NELL'ATTUALE MANAGEMENT MA SONO TANTE LE COSE DA RIVEDERE. E C'È LUCE ANCHE DOPO MESI DI BUIO

25.02.2024 11:05 di  Luca Cilli  Twitter:    vedi letture
FIORENTINA, LA DIFESA DI COMMISSO E UNA REALTÀ DIFFERENTE: LE SCELTE DEI SUOI DIRIGENTI SUL MERCATO SPESSO SONO STATE DEI FLOP. PER IL FUTURO FIDUCIA NELL'ATTUALE MANAGEMENT MA SONO TANTE LE COSE DA RIVEDERE. E C'È LUCE ANCHE DOPO MESI DI BUIO

Nella nota che come di consueto è stata diffusa attraverso i canali ufficiali del club, con cui a livello mediatico non è possibile avere un confronto aperto se non nelle occasioni ufficiali o vincolate a regole contrattuali, il presidente Rocco Commisso ha fatto intendere quelle che saranno le linee guida per il futuro della Fiorentina. E soprattutto come toccherà ai dirigenti che attualmente compongono l’area sportiva a compiere le scelte in materia di mercato per individuare i calciatori giusti, al prezzo giusto, per rinforzare la Fiorentina. “Tutti noi siamo convinti di avere una buona squadra” ha sottolineato il presidente, “un gruppo che abbiamo voluto migliorare ulteriormente con il mercato di gennaio”. Anche alla luce di questa sua convinzione ritiene che “gli attacchi ricevuti dai nostri dirigenti che si occupano di mercato siano fuori luogo”. La traduzione è abbastanza semplice: anche per la prossima stagione dunque massima fiducia in Barone e Pradè che curano gli interessi del club, la posizione di Burdisso (magari anche per volontà dello stesso direttore sportivo) invece potrebbe creare l’unico eventuale cambiamento nel management. Ma da quanto lasciato intendere da Commisso è da escludere l’arrivo di un direttore sportivo a cui affidare chiavi in mano l’intera gestione e le strategie di mercato, la scelta dei calciatori, la guida e la rivisitazione del parco osservatori.

Attacchi, difesa e realtà Il proprietario del club per cui effettivamente ha investito davvero tanti soldi fra infrastrutture, organizzazione della società e gruppo squadra dunque è soddisfatto di come sono stati spesi i suoi soldi. E’ un suo legittimo pensiero, proprio come la critica nei confronti dell’operato dei suoi dirigenti. Nessun attacco, si badi bene. Solamente critica – positiva o negativa che possa essere – in base a quanto fatto negli ultimi anni. E le scelte delle varie sessioni di mercato si sono dimostrate tutt’altro che illuminate. Sono pochissimi i calciatori indovinati dall’attuale area sportiva, si contano sulle dita di una mano: in primis Nico Gonzalez, poi Igor, Torreira, Cabral. Intelligente la trattativa che ha permesso in estate di acquistare Parisi dall’Empoli, uno dei terzini sinistri italiani più interessanti. Poi però il vuoto, una lista lunghissima di flop e acquisti difficilmente comprensibili come quelli di Kokorin, Brekalo, Sabiri, Mina e Kokorin, giusto per restare all’attualità. Nessuna strategia, nessuna capacità di “aggredire” il mercato nonostante le potenzialità economiche e attrattive di un club in crescita e con interessanti prospettive per il futuro. E cosa ancora più allarmante la poca abilità nel capire e nell’intuire il reale valore e le potenzialità di alcuni calciatori. Il caso Vicario, ad esempio, in tal senso è abbastanza indicativo. Restando in tema di portieri in estate la Fiorentina fra Grabara del Copenaghen e Christensen dell’Herta Berlino ha scelto di andare sul secondo, retrocesso dalla Bundesliga. L’altro, invece, anche in questa stagione si sta confermando come uno dei più promettenti nel ruolo a livello europeo. Capitolo attaccanti: il post Vlahovic è stato un disastro, ma anche il pre con i vari Pedro, Curtone e Bobby Duncan non è andato meglio. L’unico che potrebbe riscrivere questa storia è Beltran. Il mercato di gennaio non è stato troppo diverso dagli altri. Pianificazione assente, idee poche: passi Faraoni, colpo che ha una sua logica ed è assolutamente condivisibile. Per il resto la squadra, che non era stata rinforzata in estate, è rimasta immutata nei valori anche in inverno. Una sola era la richiesta di Italiano, cioè un esterno in più possibilmente di qualità e con una certa esperienza. E’ arrivato Belotti, punta di scorta della Roma e che da anni vive una fase calante.

Pensiero positivo Il periodo sul piano dei risultati e delle prestazioni non è il massimo. Anzi, decisamente il contrario. Però bisogna sempre guardare ciò che c’è di positivo anche in un periodo nero per guardare al futuro più immediato con ottimismo. La squadra infatti è ancora in piena corsa per centrare una qualificazione in Europa e migliorare il risultato sportivo dello scorso campionato, in semifinale di Coppa Italia e ripartirà in Conference con l’opportunità di centrare senza troppi problemi la qualificazione alla fase successiva. La sfida alla Lazio è un incrocio direttissimo, da vincere a tutti i costi sia per tornare in pista oltre che per mettersi alle spalle due mesi molto complicati.