FIORENTINA SENZA CONTINUITÀ: NELL'ATTIMO DI DECOLLARE, RALLENTA. OBIETTIVO: RESTARE AGGRAPPATA AL GRUPPO. PERCHÈ QUESTA SQUADRA PIÙ DI COSÌ NON PUÒ... ORA LA COPPA: L'EUROPA RESTA UNA BELLA CHANCE

04.03.2024 09:40 di  Mario Tenerani   vedi letture
FIORENTINA SENZA CONTINUITÀ: NELL'ATTIMO DI DECOLLARE, RALLENTA. OBIETTIVO: RESTARE AGGRAPPATA AL GRUPPO. PERCHÈ QUESTA SQUADRA PIÙ DI COSÌ NON PUÒ... ORA LA COPPA: L'EUROPA RESTA UNA BELLA CHANCE
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Ventisette partite sono più di due terzi del campionato. Cos'altro ci sarà da scoprire? Salvo clamorosi sviluppi, la fotografia è chiara. Pregi e difetti di un gruppo sono visibili a occhio nudo. La Fiorentina, nel caso di specie, è certamente una formazione organizzata, ha un proprio timbro, ma è anche figlia di limiti strutturali nati nel momento della sua costruzione estiva e nella mancata rifinitura nel mercato di gennaio. Basta osservare la classifica: dove sono le bugie? Le squadre che precedono i viola sono migliori della Fiorentina e gli uomini di Italiano per sperare di scalare posizioni dovrebbero ripetere il miracolo autunnale quando si alzarono fino al quarto posto. Sforzando i motori, bruciando energie. Con il trionfo del Napoli sulla Juventus i viola sono scivolati all'ottavo posto. 

Manca la continuità e a Torino ce ne siamo accorti di nuovo. Dopo la prestazione spettacolare con la Lazio ci aspettavamo qualcosa di diverso. Soprattutto dopo il vantaggio della superiorità numerica durato addirittura un tempo più cospicuo recupero. Invece niente è successo: il Toro pieno di adrenalina, ridotto in dieci da un arbitro di rara mediocrità, ha combattuto rintanato nella propria area. Per superare quegli sbarramenti più che una manovra particolarmente frizzante, servirebbero interpreti di un certo tipo: giocatori in grado di saltare un uomo e inventarsi la prodezza quando l'orchestra, più di quello spartito, non può suonare. La Fiorentina ci ha provato perché l'impegno non manca mai, ma non ce l'ha fatta perché più di così non ce la può fare. Dovrebbe essere chiaro anche a chi è poco avvezzo a guidare una società di calcio. 

Italiano ha ragione quando dice che la missione, adesso, è non staccarsi dal gruppone che va dai 51 punti del Bologna ai 40 della Lazio. Aggrappati al treno, magari su uno strapuntino, per poi giocarsi tutto nelle ultime due-tre partite di maggio. Se invece la situazione dovesse precipitare, allora a quel punto sarebbe precluso lo sprint finale. È riduttivo fare questo ragionamento? Crediamo di no, proprio per quello che abbiamo appena spiegato. L'andamento della Fiorentina è tipico di una squadra da settimo-ottavo posto e infatti lì galleggia. L'attacco continua a non far decollare i risultati e sui lati del campo gli esterni fanno fatica, parecchia. Pure Gonzalez a Torino è stato poca cosa. Ma sappiamo che almeno potrà tornare su livelli per i quali lo abbiamo ammirato. In difesa gli uomini sono contati, così tanto che Italiano per sostituire Ranieri ammonito è dovuto ricorrere ad un centrocampista come Mandragora e meno male che l'ex granata con Zapata se l'è cavata. C'era Comuzzo, dicono... Per carità, giovane in carriera, ma la voce esperienza, essendo molto giovane, è deficitaria. Partito Mina (che tra l'altro ieri ha giocato un'altra gara positiva nel Cagliari) costava caro prendere un altro difensore? Anche per dare la possibilità all'allenatore di provare con la difesa a tre, quando le condizioni lo rendessero necessario. 

Avanti così, allora, tanto c'è Italiano che è abituato: fin dai tempi della celere cessione di Vlahovic. Vincenzo è bravo a rammendare gli strappi, come nella miglior tradizione della casalinghe italiane. 

Adesso torna la Conference, finalmente. L'Europa, almeno questa, è alla portata della Fiorentina: la stagione passata è lì a testimoniarlo. Il torneo è complessivamente più abbordabile della serie A, fino a quando non ci si imbatte in una compagine della Premier. Quest'anno c'è l'Aston Villa che ci pare superiore a tutti i concorrenti, mentre gli altri avversari non devono spaventare la Fiorentina. Giovedì a Budapest i viola se la vedranno con il Maccabi Haifa: per carità, rispetto massimo, ma l'ostacolo non si mostra insormontabile. Fiorentina dacci dentro, pensando alla finale di Atene. Senza dimenticare che c'è pure la Coppa Italia: l'Atalanta è forte, ma con i propri difetti. Nessuno è perfetto.