FIORENTINA, SENZA EQUILIBRIO È FOLLIA. FRA TORINO E MACCABI HAIFA LE DUE FACCE DI UNA SQUADRA (RITORNATA) INDECIFRABILE. ITALIANO, GLI INSEGNAMENTI DI ZEMAN, E LE NECESSITÀ DEL CALCIO MODERNO. ROMA, DIFFICILE MA NON IMPOSSIBILE

10.03.2024 11:30 di  Luca Cilli  Twitter:    vedi letture
FIORENTINA, SENZA EQUILIBRIO È FOLLIA. FRA TORINO E MACCABI HAIFA LE DUE FACCE DI UNA SQUADRA (RITORNATA) INDECIFRABILE. ITALIANO, GLI INSEGNAMENTI DI ZEMAN, E LE NECESSITÀ DEL CALCIO MODERNO. ROMA, DIFFICILE MA NON IMPOSSIBILE
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Da un eccesso all’altro, purtroppo senza quell’equilibrio necessario che il calcio di oggi impone per inseguire e raggiungere determinati traguardi. Chissà dunque quale delle tante versioni della Fiorentina affronterà la Roma. Se quella sbiadita di Torino, incapace di creare i presupposti per il successo nonostante l’opportunità di giocare per tutto un secondo tempo in 11 contro 10 ed uscita senza gol e con un punto che sa parecchio di occasione persa. Oppure la squadra con una sola fase, quella offensiva, abile a rimediare allo scadere ai disastri difensivi che stavano per costare carissimo nell’andata di Conference League con il Maccabi Haifa. In entrambi i casi guardando alla luna (la prestazione e gli sviluppi futuri) e non al dito (il risultato) sono più gli aspetti negativi da correggere che non quelli positivi.

E’ follia senza equilibrio Bastano tre righe per elencare gli aspetti favorevoli di ritorno dalla trasferta in Ungheria: il risultato, perché la vittoria per 4-3 seppur tiratissima porta con se dei vantaggi per il ritorno; la rete decisiva di Antonin Barak, calciatore con qualità superiori alla media ma penalizzato per caratteristiche tecniche e ruolo dopo il passaggio al 4-2-3-1; Lucas Beltran, jolly offensivo che è sempre meglio avere fra le mani. Tutto qui. Perché il resto è un concentrato di sbagli di reparto, errori (e orrori) dei singoli, una fase difensiva dimenticata e una offensiva fatta bene. Con il Maccabi Haifa di turno può andare bene ma nel momento in cui il livello si alza il rischio di incappare in una giornata stortissima è parecchio alto. Considerato che Roma, Atalanta e Milan saranno i prossimi avversari in campionato, e da questo trittico dipenderà in un senso o nell’altro l’assegnazione dei posti che garantiscono la qualificazione alle competizioni europee della prossima stagione, la Fiorentina deve necessariamente cambiare registro. Altrimenti fare punti (ne servono come minimo 7) potrebbe essere utopico. In Conference ha segnato 4 gol, vinto il primo match ma rispetto a novembre-dicembre anziché andare avanti è tornata parecchio indietro. Negli ultimi due mesi del 2023 infatti, anche con la difesa a 3 e non solo a 4, era riuscita a trovare una propria sostenibilità. Non segnava tantissimo ma, grazie anche al lavoro degli attaccanti e dei centrocampisti, in difesa subiva meno. Ciò che serve nel calcio moderno, due fasi. Una non basta più.

La coscienza (e l’eredità) di Zeman Dal suo allenatore di riferimento Vincenzo Italiano ha senza dubbio appreso benissimo la capacità di offendere. Un mix di estetica, occupazione degli spazi, verticalità e automatismi. Il primo gol al Maccabi racchiude tutto: Mandragora per Ikone, nel frattempo Kayode, il terzino, che sale e una volta ricevuta palla dall’esterno offensivo crossa per la punta, Nzola, bravo poi a segnare di testa. Applausi, perché c’è da divertirsi a vedere robe del genere. Show anche il triangolo nel breve Gonzalez-Biraghi-Mandragora per il 3-3. Certi movimenti sono un’esclusiva dell’allenatore della Fiorentina, poco da dire. Il problema è che da soli non bastano più. Estetica fine a se stessa, perché per vincere o comunque ottenere risultati di un certo prestigio servono anche equilibrio e sostanza. Altrimenti è solo apparenza.

Effetto DDR Se la Fiorentina è un rebus, viste le ultime due gare, Italiano e i suoi calciatori sanno al contrario che Roma affronteranno. E cioè una squadra rilanciata alla grande (e forse anche a sorpresa) da Daniele De Rossi, che nelle ultime due ha scherzato in Europa League con il Brighton di Roberto De Zerbi (4-0) e vinto senza troppi problemi a Monza (4-1) su uno dei campi più complicati del campionato. Un mago De Rossi? No, più semplicemente molto intelligente nel capire l’aspetto emotivo dello spogliatoio e dei calciatori nel momento in cui è subentrato al posto di Josè Mourinho. La sua Roma gioca un calcio piacevole e concreto, subisce poco ma qualcosa concede. Con una fase difensiva come quella vista (o non vista) in Ungheria) la Fiorentina va incontro a diversi rischi. Al contrario se dovesse riuscire a lavorare sui dettagli può giocarsela. Difficile sì, affascinante altrettanto, ma con il giusto ordine ed equilibrio non è una sfida impossibile.