FIRENZE, CALMA E GESSO: QUASI TUTTE LE BIG SONO SULLE MONTAGNE RUSSE. L'EUROPA UN'OPPORTUNITÀ PER TORNARE A VOLARE. SOCIETÀ, È QUESTO IL MOMENTO PER IL RINNOVO DI ITALIANO. IL CAPOLAVORO DI GALLOPPA E ANGELONI CON LA PRIMAVERA

05.03.2024 09:45 di  Andrea Giannattasio  Twitter:    vedi letture
FIRENZE, CALMA E GESSO: QUASI TUTTE LE BIG SONO SULLE MONTAGNE RUSSE. L'EUROPA UN'OPPORTUNITÀ PER TORNARE A VOLARE. SOCIETÀ, È QUESTO IL MOMENTO PER IL RINNOVO DI ITALIANO. IL CAPOLAVORO DI GALLOPPA E ANGELONI CON LA PRIMAVERA

La reazione più spontanea di tutte, alla luce del pareggio per 0-0 di Torino, è stata quella che tante volte è stata adottata da Firenze e dai tifosi viola al cospetto di inattese delusioni. Ovvero quella tipica di chi finisce per buttare via il bambino assieme all’acqua sporca. Errore. E anche grossolano. Specie perché la squadra di Italiano, che certamente è la prima a non essere soddisfatta del risultato di sabato contro i granata, ha dimostrato nel recente passato di avere ben altri valori e, soprattutto, di contare molto di più rispetto all’ottavo posto in classifica che - finisse oggi il campionato - taglierebbe fuori Biraghi e soci dalla prossima Europa. Ecco perché il consiglio (non richiesto, certo, ma ci proviamo ugualmente…) è quello di usare per l’ennesima volta calma e sangue freddo. Anche perché il tour de force iniziato poche settimane fa ha portato già in dote quattro punti - molti, fino a un mese fa, ne avevano pronosticati 0 - e l’altalena di risultati è un fattore che sta in buona sostanza riguardando quasi tutte le squadre che, al pari dei viola, lottano per i vertici della classifica.

Se prendiamo le prime dieci squadre della Serie A è possibile notare che, tolte Inter, Bologna e la rediviva Roma - che sono in serie utile da tempo e stanno vivendo probabilmente il miglior periodo della stagione - tutte le altre squadre che lottano per un posto in Champions o nell’Europa minore stanno dando prova di profonda incostanza. Chiedere, per avere conferma, all’Atalanta, reduce da tre ko di fila dopo che aveva dato la sensazione di essere diventata una squadra “ingiocabile” (che brutto termine, ma ormai va di moda…). Oppure al Napoli che sì, è vero, ha vinto con Sassuolo e Juve ma ha iniziato solo adesso a dimostrare di valere molto di più che l’anonimo centro classifica. Per non parlare della Lazio e del Torino, squadre che da inizio anno sono alla ricerca di se stesse e che sembrano fare molto meno paura delle altre. Ecco perché, al netto dell’amaro in bocca (più che comprensibile) che ancora alberga tra i tifosi viola, il modo migliore per aiutare la Fiorentina a trovare stabilità è quello di stare vicino alla squadra. A partire già dalla delicata sfida di domenica contro la Roma, l’ennesima gara spartiacque della stagione.

Un appuntamento che Vincenzo Italiano proverà a preparare nel modo migliore nonostante la trasferta di giovedì in Conference contro il Maccabi Haifa, torneo del quale con tutta sincerità Firenze non sentiva la mancanza ma che invece può rappresentare un’opportunità per rimettere in sesto la squadra. La vittoria lontano dal Franchi manca dal 29 dicembre a Monza e tornare a primeggiare lontano da casa (si rigiocherà a Budapest) può essere un’iniezione di fiducia in vista delle prossime gare in campionato. Il sentore è che il tecnico sarà portato a cambiare molti degli elementi visti in partenza contro Lazio e Torino ma ciò non toglie che il desiderio di vincere deve essere un motore che deve riguardare tutta la squadra. Tecnico in primis.

A proposito: non sono passati inosservati, nell’ultimo mese, due messaggi molto chiari arrivati sul prossimo futuro viola. La difesa a spada tratta che prima il presidente Commisso (a proposito, pres, l’aspettiamo quanto prima a Firenze) e poi il dg Barone hanno fatto dell’allenatore nel pieno momento di crisi di poche settimane fa e, in risposta, la stima profonda che Italiano ha manifestato verso la sua dirigenza nell’intervista rilasciata pochi giorni fa a Sportitalia («Qua si lavora bene, c'è una società spettacolare» il pensiero del mister). Ecco: in virtù di alcuni rumors che vogliono il futuro dell’allenatore lontano da Firenze, perché non sfruttare questi reciproci attestati di gradimento per rinnovare già adesso il contratto di quello che, traguardi alla mano, si è rivelato uno tra i migliori tecnici passati dalla Fiorentina nel post-fallimento? Prolungare oggi l’accordo di Italiano, in scadenza a giugno e con un’opzione fino al 2025 che verrà solo in caso di arrivo dal 6° posto in su, e iniziare a programmare la prossima annata in totale trasparenza sarebbe il modo migliore per portare a termine questa seconda, intensissima parte di stagione.

La chiusura la dedichiamo più che volentieri a quello che, per certi aspetti, rappresenta un piccolo miracolo sportivo, ovvero la Fiorentina Primavera. Che ieri, con Castrovilli in campo per 61’, ha ottenuto un roboante successo per 4-1 in trasferta sul Milan centrando il tredicesimo risultato utile di fila (numero guarda caso simbolico, nel giorno in cui si ricordavano i sei anni dalla scomparsa di Astori). Il lavoro svolto da Galloppa - e, prima di lui, dal responsabile del vivaio Angeloni - è stato incredibile: rosa al 99% italiana (ieri tra chi era in campo e chi poi è subentrato l’unico straniero era Sene), ringiovanita e di qualità (Rubino e Fortini sono talenti di cui si sentirà parlare). Che adesso, dopo un inizio incerto con 7 ko nelle prime 12 giornate, punta con decisione i playoff e il 4 aprile si giocherà la finale di Coppa Italia, la sesta di fila. Che dire: solo applausi.