MERITIAMO DI PIÙ!!!

16.02.2024 11:00 di  Stefano Prizio  Twitter:    vedi letture
MERITIAMO DI PIÙ!!!
FirenzeViola.it

La sintesi Zirkzee-Motta-Sartori vs Nzola-Italiano Barone uguale 2 a 0 è tranchant, ma probabilmente tristemente vera. Eppure all’equazione bisognerebbe avere il coraggio di aggiungere un altro elemento di paragone in favore felsineo: Saputo-Commisso, i nomi dei due paperoni nord americani di origini italiane, così simili e così diversi nella loro avventura nel calcio italiano, fortune simili le loro, con una differenza consistente in favore di Rocco (più di 2 miliardi di dollari). Saputo vive a Bologna e il  figlio Luca, è in società per imparare. Eccolo il verbo che fa la vera differenza tra i due, il verbo che presuppone l’umiltà di approcciare un ambiente e un mestiere, quelli del calcio, dal punto di vista di chi accetta umilmente di dover apprendere prima di agire. Saputo, che ha impiegato un bel po' dì anni prima di cambiare rotta e abbandonare le zone anonime della classifica, si affida quindi a grandi professionisti con un importante curriculum nel calcio come Giovanni  Sartori.

Dall’altra parte Commisso rifiuta di accettare che Barone abbia un limitato curriculum calcistico, e tiene il suo alter ego in qualità di plenipotenziario viola, neppure apportatore di grandi benefici sportivi o economici, come ci ricorda sovente Commisso nei suoi monologhi fiume col microfono retto da propri dipendenti (e in rigorosa assenza di qualche odiato cronista in grado di  proferire domande o obiezioni). Qualunque cosa accada, resta Barone  siciliano di Pozzallo, come La Pira, ma così alieno dall’uomo umile contemplativo pacato e devoto che da sindaco di Firenze chiamò notte tempo il presidente dell’Eni Mattei dicendogli che lo Spirito Santo gli era venuto in sogno per dirgli di chiedere a Mattei di comprare il Pignone per salvare il lavoro di tante famiglie fiorentine.

Qualunque cosa accada resta Barone (così ha deciso il padrone), col suo house organ, i monologhi senza domande, nani, ballerini e frighi pieni di tutto l’armamentario da basso impero, il reame viola dove i 5 anni della gestione Commisso sembrano lunghi come i 17 dell’era Della Valle, nei quali pure c’è stata qualche stilla di gloria e soddisfazione, se non un trofeo. Ecco perchè Meritiamo di più, coro che chi scrive mutò in titolo per la copertina del  giornalino allo stadio quando la Fiorentina non era ancora in un bunker guardato a vista da energumeni con le liste nere in mano e al Franchi poteva entrare persino un match program non ufficiale e pure critico verso la società (che pure era quella marchigiana ricordata anche per una richiesta danni milionaria e proditoria sempre a chi scrive insomma gente tutt’altro che facile).

"Ah felicità su quale treno della notte passerai" cantava Lucio Dalla, grande tifoso bolognese, il treno europeo per la Fiorentina sembra essere passato e andato via proprio da Bologna. Loro superiori in tutto hanno messo sotto i viola e buonanotte. Ma se domandassimo a Rocco, ricorderebbe solo quanto ha speso, ci parlerebbe di soldi. Da tempo il proprietario evita di tracciare progetti e sogni futuri, di ambizioni sportive, ma si limita a parlare di soldi, che poi i soldi "mani protese e sguardi ingordi" (Renato Zero), quelli di Commisso sono denari investiti in un bene suo che cresce di valore proprio in virtù di quei capitali immessi in società, e dove c’è gusto non c’è perdenza diceva Lino Banfi. E ci ricorderebbe che lui non licenzia nessuno e quindi resta Barone, qualunque cosa succeda.

Resta anche se è la Fiorentina stessa che si gioca contro come ai tempi del capolavoro Vlahovic ceduto a gennaio, è la Fiorentina infatti che ha spento il proprio miglior giocatore, Bonaventura, trasformando la trattativa per il rinnovo in una grande polemica che ha tolto serenità al giocatore e all’ambiente verso di lui. E’ la Fiorentina (il tecnico) che  ha relegato il suo primo colpo del mercato estivo, Parisi, a sporadica comparsa, proprio quando Biraghi non vive i suoi migliori momenti. E’ la Fiorentina che ogni poco si infila in una polemica, in una guerra santa contro  qualche componente dell'ambiente viola, una volta l’amministrazione comunale, una volta i cittadini che votano sempre gli stessi, un’altra un giornalista appena  non allineato. il Violapark tanto strombazzato, lungi dall’essere l’allegra e felice casa della Fiorentina e dei fiorentini è un bunker con selezione all’ingresso, dove il Dg si trasforma in buttafuori. Roba grave, ma non seria, avrebbe detto Flaiano. Per tutto questo e non solo per un’altra stagione che sembra virare verso la mediocrità per nulla aurea dove si è già buttato al vento il quarto posto conquistato con un bel girone d’andata a causa di un mercato cervellotico: Meritiamo di più!