SI STA COME D'AUTUNNO SUGLI ALBERI LE FOGLIE

07.03.2024 13:55 di  Stefano Prizio  Twitter:    vedi letture
SI STA COME D'AUTUNNO SUGLI ALBERI LE FOGLIE

Nell'ambiente viola sono in molti a domandarsi il perchè del rendimento per lo meno altalenante della Fiorentina, una squadra Giano Bifronte, capace di grandi vittorie condite da magnifiche prestazioni come quella con la Lazio, seguite da gare incomprensibili come quella col Torino, in cui i viola sono stati incapaci di vincere anche in superiorità numerica.

Naturalmente la ricerca dei motivi è una ridda di ipotesi e considerazioni, come sempre alcune ragionevoli, altre bislacche.A questo catalogo di ipotesi aggiungiamo anche la nostra: la squadra viola è disillusa per gli obiettivi dei quali ha appena sentito il sapore sulla punta della lingua e che le sono sfuggiti dopo il pessimo inizio d'anno nuovo ed un mercato alla meno che ha dato il chiaro segno di come la società non intenda, almeno per ora, alzare l'asticella delle ambizioni.

Oggi la precarietà è dappertutto, ha detto Zygmunt Bauman, anche nel mondo che fu più rutilante e ricco del dio pallone vien da dire. Infatti alla disillusione di cui parlavamo, per i giocatori viola si aggiunge l'incertezza del futuro. Intendiamoci, i ricchi pedatori non temono per il mutuo da pagare o le scarpe dei figliuoli, ma essi sono uomini e come tutti vivono a loro agio nella certezza del tempo a venire, non dinanzi a salti nel buio.

Invece nella Fiorentina sono in pochi, pochissimi ad essere certi della permanenza a Firenze, anche solo l'anno venturo. Il resto, a partire dall'allenatore Italiano, non sa, ma può solo immaginare, ipotizzare. E ipotizzare distrae, toglie concentrazione e capacità di vivere fermamente nel presente. Dicevamo di Italiano che col club ha un contratto il cui rinnovo è legato agli obiettivi che saprà raggiungere in questa stagione, una specie di cottimo, uno stranissimo e ricchissimo cottimo, ma pur sempre un lavoro legato alla produzione che il soggetto riesce a realizzare.

Dopo il tecnico, viene forse l'unico grande giocatore che la Fiorentina abbia in rosa, quel Bonaventura che per un lungo periodo è stato spento dall'irritazione per i dissapori avuti con la società per via del suo rinnovo e che adesso, dissipate, pare, alcune nubi all'orizzonte, sembra essersi riacceso. Ma oltre a Italiano e Bonaventura, come omettere il nome di Arthur, il brasiliano senza il cui apporto la squadra non sembra girare. La Fiorentina avrebbe dei dubbi se riscattarlo o meno dalla Juve a fine stagione. Sarebbero troppi, a giudizio del club viola, i 20 milioni da sborsare per il cartellino, ma davvero i dirigenti gigliati pensano di poter comprare sul mercato un regista così forte( o più forte) con meno di 20 milioni? Oppure ritengono di sfoderare il loro arcinoto talento di scout che acquistano a costo basso in regioni remote del globo?

Ma ad essere precario è anche tutto il resto del centrocampo e buona parte della squadra. Ad essere abbastanza certi della permanenza sono solo quei giocatori strapagati e che hanno reso poco come Ikonè, i quali se venduti farebbero patire una dolorosa minusvalenza.L'incertezza è persino dei tifosi che neppure sanno di certo dove giocherà la Fiorentina nei prossimi campionati. Lo stadio si fa? Non si fa? I soldi ci sono, poi spariscono, poi riappaiono.

Infine, tutta questa precarietà dà la sensazione che la proprietà voglia tenere sempre le valigie pronte nel caso si debba andar via, magari nel caso arrivi l'occasione per vendere facendo un grande guadagno, Commisso ha detto spesso di non voler vendere a breve la società, tuttavia dinanzi a così poche certezze il dubbio viene e come diceva Andreotti a pensar male si fa peccato, ma talvolta ci si azzecca.