SQUADRA E TECNICO IN RISERVA, IN ARRIVO UN CICLO DI FERRO, QUALCHE PROBLEMA C’È (E VA RISOLTO)

20.02.2024 10:10 di  Tommaso Loreto  Twitter:    vedi letture
SQUADRA E TECNICO IN RISERVA, IN ARRIVO UN CICLO DI FERRO, QUALCHE PROBLEMA C’È (E VA RISOLTO)

Non solo la spia della riserva sembra essersi accesa con un anticipo preoccupante, ma adesso anche il pilota non pare più rispondere con la stessa reattività di sempre. Inutile girarci intorno, il pari di Empoli lascia l’amaro in bocca, per l’ulteriore terreno perduto su chi davanti tiene il passo (Atalanta e  Bologna su tutte) e anche per un’involuzione che, ai più, pare ormai evidente. I numeri di questa primissima parte d’anno non mentono, e d’altronde basterebbe pensare ai due soli punti raccolti nel poker di gare con Sassuolo, Udinese, Lecce ed Empoli (non propriamente prime della classe) per accorgersi che qualcosa, nel meccanismo viola, s’è inceppato.

Di certo se il tecnico voleva - giustamente - difendere la sua squadra la via della soddisfazione per il primo tempo di domenica lascia qualche perplessità, ma soprattutto lascia trasparire un punto di vista non proprio allineato ai tanti piccoli dettagli del recente passato, dai rigoristi scelti sul momento a Reggio Emilia o a Riyad fino alle parole di Biraghi nel dopo gara di Lecce. Nessuno può sapere meglio di Italiano condizione fisica e mentale del gruppo, ma è chiaro che in questo momento il ripetersi di certi errori, come il rigore dell’Empoli nato da una ripartenza subita sugli sviluppi di un corner, non può passare inosservato e soprattutto scoperchia uno scollamento interno evidente.

Tutti segnali di una compattezza che si fatica a ritrovare in campo rispetto soltanto a qualche mese fa, probabilmente con radici più profonde, passate, risalenti a un mercato invernale in cui lo stesso silenzio del tecnico, al netto di un po’ di nervosismo malcelato, non ha fatto altro che spostare ancora di più la responsabilità sulle sue spalle (come del resto è destinato a capitare anche nel prossimo, immediato futuro a dispetto di un calendario molto in salita).

Così se sul piano tecnico risulta difficile condividere la soddisfazione di Italiano per il pari di domenica, è semmai sotto quello degli obiettivi che vien da credere al punto di vista dell’allenatore, comunque in grado di garantire – ancora oggi – 7 punti in più rispetto all’anno scorso, una semifinale di Coppa Italia e un ottavo di Conference League. Non farà troppa autocritica Italiano, è vero, ma è più o meno la linea editoriale societaria che a inizio anno ha ritenuto opportuno non investire più tanto (in tal senso il coro arrivato domenica dai tifosi risulta, al solito, azzeccatissimo).

Lui che nel corso degli anni, sulla panchina viola, ha saputo spesso trovare la giusta medicina ai mali quasi sempre figli del mercato, adesso fatica inevitabilmente a trovare nuove chiavi di volta. D’altronde l’allenatore che oggi tanti pongono sul banco degli imputati è lo stesso che si è trovato a far di necessità virtù dopo la partenza di parecchi punti fermi, da Vlahovic a Torreira passando per Amrabat, e al di là di come i partenti abbiano reso altrove è chi li ha sostituiti che non ne cancellato il ricordo.

E allora è in questo ambito che sembra mancare il valore aggiunto di un tecnico oggi in difficoltà di fronte a correttivi che non sempre funzionano, ma pur sempre costretto a lavorare su un organico ridotto all’osso. Mentre le condizioni dei tre leader, Arthur, Bonaventura e Nico, sono tanto evidenti quanto conosciute, le alternative arrivate in estate non riescono a imporsi, leggere alla voce Parisi o Maxime Lopez per non parlare di Nzola, tanto che una minima spontanea solidarietà verso il tecnico non può che limitare la – legittima – critica per la serie negativa degli ultimi tempi.

Servirebbe perciò un momento di riflessione condiviso, tra chi come Italiano in questo momento riferisce di “non cercare risposte perché i calciatori sono sereni” e chi, invece, ha certificato un “momento particolare” come quel dg Barone che in passato non aveva nascosto ambizioni da Champions. Una condivisione da allargare a tutta la città e ai tifosi senza distinzioni, tanto più in vista di un ciclo terribile in cui i viola affronteranno Lazio, Torino, Roma, Milan, Juventus e due volte l’Atalanta nel quale il rischio di perdere ulteriori punti (dopo i tanti sprecati nell’unico mese, gennaio, in cui la Fiorentina non aveva troppi impegni infrasettimanali) è maledettamente reale.

Un confronto che coinvolga tutti, in grado di rimotivare il tecnico inevitabilmente rimasto deluso dalle valutazioni e dalle scelte operate sul mercato, e pure una squadra i cui approcci e atteggiamenti in campo appaiono lontani da quella fame agonistica vista in passato che tanto aveva aiutato nei risultati. Perché difficilmente la Fiorentina potrà tornare ad essere sé stessa pensando che vada comunque tutto bene così. Facendo finta che tutto fili liscio e che taluni problemi siano solo di chi, in questo momento, non apprezza i record della società o non capisce il gioco espresso nell’ultimo mese e mezzo.