LADY ZARATE A FV, MAURO NON È DA PANCHINA. HO VINTO SUL CANCRO, GRAZIE PER L'AFFETTO

Esclusiva di Firenzeviola.it
17.12.2016 00:01 di  Luciana Magistrato   vedi letture
LADY ZARATE A FV, MAURO NON È DA PANCHINA. HO VINTO SUL CANCRO, GRAZIE PER L'AFFETTO

"Qualche giovedì fa ho finito l'ultima radioterapia in Argentina e il lunedì dopo ero già sull'aereo per Firenze, con i miei figli. Mi è mancato tanto Mauro, è stato difficile soprattutto per lui che avrebbe voluto essermi vicino in quei momenti e aiutarmi con i bambini perché quando gli ho comunicato il responso dei controlli era in ritiro a Moena e non poteva lasciare tutto". Un viaggio di ritorno a casa dal marito che è una vera e propria liberazione per Natalie Weber, la bellissima moglie di Mauro Zarate, dopo mesi di sofferenza tra un aborto prima e un cancro al seno dopo. E da donna coraggiosa non ha paura di condividere la sua esperienza con Firenzeviola.it attraverso il quale vuole anche ringraziare Firenze: "La gente si è stretta attorno a noi e volevo davvero ringraziare tutti i tifosi perché sono stati molto vicini a Mauro e a me hanno mandato tanti messaggi di incoraggiamento via social. Sono molto grata per questa solidarietà ricevuta".

Ci ricorda il suo percorso terribile? "A marzo a Firenze ho scoperto di essere incinta ma a giugno, tornata in Argentina, ho sentito dei dolori e dai controlli mi hanno detto che il bambino era morto. Il 1 luglio invece, giorno del mio quinto anniversario di matrimonio, ho sentito un nodulo al seno facendo la doccia e, anche se il medico dapprima pensava fosse una reazione ormonale all'aborto, da altri controlli e dalla biopsia il responso è stato che avevo un cancro. Era la prima volta che sentivo quella parola così vicina ed ho avuto paura di morire. È inevitabile pronunciare quella parola senza associarla alla morte. Ho pianto tantissimo e lo stesso ha fatto Mauro. Ma mi ha dato tanta forza guardare i miei figli e pensare che dovevo lottare per loro perché mi meritavo di vederli crescere. Mauro è venuto dopo Moena e quando mi sono operata, il 25 agosto; mi hanno tolto 5 cm di seno e per fortuna il cancro, nonostante fosse abbastanza aggressivo, non aveva preso i linfonodi ma ho dovuto aspettare altri 25 giorni prima di tirare un sospiro di sollievo".

Suo marito come le è stato vicino? "Lui voleva tornare subito in Argentina ma non gliel'ho permesso perché gli ho promesso che mi sarei curata e sarei tornata da lui. Ha sofferto tanto lontano da me ma mi chiamava sempre. Ho chiesto ai miei suoceri di venire a Firenze per stare con lui perché temevo potesse fare qualche colpo di testa".

Sapeva della maglia con la dedica per lei dopo il gol al Qarabag? "No, non lo sapevo tanto che mi chiamavano tutti e non capivo il perché. Poi ho visto le immagini su youtube ed è stato molto emozionante".

Si aspettava che a Firenze Mauro giocasse di più? "Ce lo aspettavamo tutti e personalmente non capisco questa situazione ma rispettiamo le decisioni del mister ed io non sono nessuno per giudicare però credo che Mauro, e non solo perché è mio marito, non sia un giocatore da stare sempre in panchina. Inoltre Mauro ha sofferto tanto ma è stato un professionista e non ha lasciato tutto per venire in Argentina proprio per non deludere società e tifosi. Io sono orgogliosa di lui e di come si è comportato nonostante quello che ci è accaduto e credo che giocare in quel periodo lo avrebbe aiutato, invece ha sifferto due volte, perché non era con me e i figli e non faceva neanche il suo lavoro".

Se a gennaio dovesse lasciare Firenze le dispiacerebbe? "Io amo Firenze e mi trovo bene con i fiorentini, perciò mi dispiacerebbe molto cambiare e spero non debba farlo. Cosa gli consiglio? Avendo combattuto anche io una battaglia, il consiglio è di lottare per restare qua ma deve avere una speranza di poter giocare perché ha dimostrato la sua professionalità. Ma se non trovasse spazio neanche lottando come sta facendo, siamo preparati a cambiare perché fa parte del suo lavoro".

Domenica c'è la gara con la Lazio, che ricordi le evoca questa squadra? "Momenti molto belli, ho conosciuto Mauro proprio quando giocava con la Lazio. Ho un ottimo ricordo, la quadra ha dato tanto a Mauro e vuceversa anche se speravo finisse diversamente. Il motivo? Non so bene, credo per problemi con la società". 

A proposito come ha conosciuto Mauro e cosa l'ha colpita? "Durante una pausa di Natale tornò in Argentina, mi vide da lontano in un locale e chiese il mio numero poi una sera che lavoravo in un'altra città e in un altro locale - ero modella e ballerina allora - me lo trovai all'uscita. E da quella sera stiamo insieme da sette anni. Mi hanno colpito prima la bellezza poi la personalità, l'umiltà e la sicurezza. Ora posso dire che è un marito e un padre perfetto, affettuoso e attento".

Desideri per Natale dopo questi mesi terribili? "La salute per me e per la mia famiglia, il resto passa in secondo piano. Se c'è una cosa positiva del cancro è che aumenta la tua spiritualità e inizi a dare valore solo alle cose importanti".