MINOTTI A FV, PRANDELLI È STATO REALISTICO. FUTURO? CESARE MANAGER ALL'INGLESE

08.02.2021 13:00 di  Giacomo A. Galassi  Twitter:    vedi letture
MINOTTI A FV, PRANDELLI È STATO REALISTICO. FUTURO? CESARE MANAGER ALL'INGLESE
FirenzeViola.it
© foto di Marco Rossi/TuttoCesena.it

Lorenzo Minotti con Cesare Prandelli ha condiviso anni a Parma, uno nel ruolo di ds e l'altro di allenatore. Ed intervistato da FirenzeViola.it fa un quadro della situazione della Fiorentina il giorno dopo un weekend che ha visto la squadra viola cadere in casa contro l'Inter: "L'analisi della partita però va fatta in maniera approfondita. Nel primo tempo la Fiorentina aveva preparato un piano gara per contenere l'Inter e metterla in difficoltà e penso se la sia giocata alla pari. Poi dopo il gol dei nerazzurri sono venute fuori le differenze tra le due squadre. Prandelli è stato molto onesto: c'è un grosso divario tra le due squadre. A cui va aggiunto anche che la Fiorentina ha dovuto giocare senza quattro titolari, Milenkovic, Castrovilli, Ribery e Caceres. In questo momento la Fiorentina non può competere con l'Inter, ma non solo lei. È un campionato con grossi divari".

Proprio a proposito delle parole di Prandelli nel post-gara, non ritiene pericoloso il fatto di riconoscere l'inferiorità?
"Non penso sia stato un atteggiamento remissivo, piuttosto realistico. E più che la Fiorentina secondo me ci rimette Prandelli. Lo conosco molto bene avendoci lavorato insieme e credo che stia dimostrando il suo attaccamento per questo club e questa città. Mi spiego meglio".

Prego.
"Lui sa benissimo che per meritarsi la riconferma deve proporre un gioco che porti a grandi risultati e a vittorie importanti. Però sa anche che in questo momento è un rischio che la Fiorentina non si può permettere, deve uscire da una situazione complicata e la priorità è solo fare punti. Squadre come Cagliari o Parma, che hanno speso anche tanto, stanno avendo grandi difficoltà. Penso che Prandelli in situazioni normali farebbe altre scelte".

Tipo?
"Penso anche all'inizio di questa esperienza in viola. Lui propone un gioco diverso normalmente, con 4 difensori dietro e un altro atteggiamento della squadra, più offensivo. Però sa che prima bisogna mettere in sicurezza il campionato e poi pensare ad una Fiorentina più coraggiosa, più garibaldina. In più questa squadra è stata costruita in questo modo e tirare fuori i giocatori dalla loro zona di comfort può essere problematico. Bisogna prendere atto che nel progettare questa squadra, qualcosa non ha funzionato".

E cos'è che non sta funzionando nello specifico?
"Secondo me i giocatori d'esperienza stanno dando troppo poco. Bisogna partire dal fatto che hai ceduto Chiesa l'ultimo giorno di mercato non sostituendolo. Perderlo dal punto di vista tattico vuol dire tanto, soprattutto perché i Callejon e i Borja Valero non sono stati pronti fin da subito per aiutare la squadra. A questo va aggiunto che tra infortuni e problemi vari, Pezzella, Caceres e Ribery sono andati un po' ad intermittenza. In più ci sono altre due problematiche".

Quali?
"La prima è a centrocampo: erano tutti ottimi profili ad inizio stagione, ma l'unico abile in regia è Pulgar che sta avendo grossi problemi. Lo ha detto anche lo stesso Prandelli. L'altro problema è in attacco: Cutrone non è andato, Kouame ancora fatica e Vlahovic è un 2000. Con grande prospettiva, ma non lo hai pronto nell'immediato".

Ultima domanda sul futuro della Fiorentina: cosa deve fare con allenatore e dirigenti?
"Secondo me visto e considerato il comportamento e il valore di Prandelli, io penserei ad aprire un ciclo con lui. Se potesse programmare un nuovo progetto tecnico farebbe scelte diverse cercando di fare un calcio diverso. Ma non solo: lo metterei al centro con un ruolo allargato, un po' all'inglese da manager. Magari affiancato da un uomo di mercato come Pradè".