MORABITO A FV, MERCATO? CALO DEI PREZZI NON È MOMENTANEO. COMMISSO POTREBBE SALUTARE

23.05.2020 15:00 di  Niccolò Santi  Twitter:    vedi letture
MORABITO A FV, MERCATO? CALO DEI PREZZI NON È MOMENTANEO. COMMISSO POTREBBE SALUTARE
FirenzeViola.it
© foto di Luca Tumminello

L'agente ed intermediario di mercato, Vincenzo Morabito, è intervenuto in esclusiva a FirenzeViola.it per analizzare i temi relativi alla sessione di trattative che verrà. 

Quando pensa che, verosimilmente, sarà di nuovo tempo di mercato?
"È un discorso legato a tanti fattori, dobbiamo immaginare degli scenari in base anche agli altri campionati. Siamo infatti in attesa di quel che accadrà ad esempio in Inghilterra, mentre in Germania sono già ripartiti. Servono date ufficiali, poi è ovvio che il mercato non ricomincerà il primo luglio e che ci sarà probabilmente un ritardo di almeno un mese, ma non posso immaginarlo in contemporanea a delle partite, perché certe tematiche possono disturbare le squadre. L'idea è di partire subito dopo la conclusione delle competizioni. Credo che ad oggi il periodo più praticabile sia dal primo settembre fino a fine settembre". 

Se così fosse, potrebbe coincidere lo stesso con il campionato.
"Sì, ma non il finale di stagione: questo è determinante. E poi non sappiamo nulla con sicurezza, ci dovrà essere un periodo che consenta il cambio delle rose. Siamo in una fase di grande incertezza, tant'è che durante le trattative che sto portando avanti si arriva sempre al punto in cui mi dicono "bisogna aspettare, non si sa ancora cosa succederà", nel senso che vogliono prima capire le sorti della stagione. Anche perché non è il massimo se una squadra che necessita di punti ne incontra un'altra con cui ha una trattativa in corso, no? Io ricordo cosa successe per de Vrij: aveva firmato con l'Inter e fino all'ultimo giorno la Lazio non sapeva se schierarlo o meno, poi entrò e fece una delle peggiori partite dell'anno".

Le trattative saranno comunque più bloccate?
"Chiaro che per un club accettare l'idea di un deprezzamento improvviso del 30/40% è dura. Però questo è il futuro, infatti non bisogna pensare che poi si tornerà ai valori del dopo-Neymar. Quello che è successo è un po' la fine delle esagerazioni, abbiamo vissuto situazioni di grandi numeri e ci costa soprattutto dal punto di vista dell'ambiente: tornare a dei valori normali non è una cosa che dà dei grossi fastidi. Senz'altro passeremo un periodo di adattamento, questo significa che tanti giocatori resteranno dove sono perché non avranno offerte accettabili e ci saranno tanti prestiti/scambi. Sarà soprattutto il mercato dei club di media/bassa classifica, che puntano su giocatori comunque a prezzo contenuto. Trattative come Lautaro a 111 milioni possiamo scordarcele: il Barcellona non pagherà mai quella cifra, semmai inserirà un giocatore e l'Inter sarà costretta ad accettare".

Commisso ha dichiarato che Chiesa vale un milione in meno di Lautaro...
"Il suo ragionamento coincide con quanto successe con Neymar, per il quale il PSG sborsò una cifra assurda (222 milioni, ndr) che stabilì un nuovo tetto "massimo" in conseguenza al quale pure gli altri club hanno cominciato a sparare altissimo. Invece ora chi costava 30 ricomincerà a costare 10. Poi con la situazione degli aerei bloccati si tornerà anche a viaggiare di meno e ne beneficerà l'ambiente. 

Ma il presidente viola può aver voluto intendere che Chiesa non lo vuol vendere?
"Non lo so, però magari si può tornare a parlare di eventuali pagamenti in soldi più contropartite funzionali. Se mi offrono Mandragora e non mi piace, chiedo qualcun altro che fa la differenza rispetto alla mia formazione. Inter e Juve sono le uniche squadre italiane che si possono permettere determinate cifre e se si determina una situazione in cui Chiesa è insofferente a quel punto invece di prendere 110 milioni individuo un paio di titolari da quei grandi club che possono fare al caso mio".

Un altro talento della Fiorentina più che ambito è Castrovilli.
"È un altro di quelli che in un mercato tradizionale magari veniva subito preso di mira da una squadra estera, pronta a mettere sul piatto così tanti soldi da far vacillare la Fiorentina. Ora quei soldi non ci sono più. I club di fascia alta avranno meno mercato anche perché le loro casse potranno contare su minori introiti. La realtà è che tutto è bloccato non tanto dai numeri attuali, bensì dalla paura che si registri un aumento importante tutto insieme che costringa a riempire di nuovo gli ospedali. Non abbiamo certezze, questo determina un atteggiamento di grande prudenza che non consentirà neppure la presenza degli spettatori allo stadio, e così ci sarà un generale ridimensionamento economico". 

Cosa pensa dei nomi, anche pesanti, fatti per il mercato in entrata della Fiorentina?
"Io innanzitutto mi chiederei chi allenerà la Fiorentina il prossimo anno. Ho grande stima di Iachini ma non credo che i viola punteranno su di lui: penso abbia rappresentato più una chiamata d'emergenza e non avverto la sensazione che il club voglia confermarlo. L'allenatore sarà determinante per capire il campionato che la Fiorentina vorrà fare, ad esempio si parla di Spalletti che però per orgoglio non vuole rinunciare ai soldi che l'Inter gli deve. Poi i calciatori di cui si parla hanno dei costi e ovviamente vendendo Chiesa può essere fatto un certo tipo di mercato, in caso contrario ne può essere fatto un altro. Stesso discorso, ripeto, per quanto riguarda il tecnico che siederà sulla panchina gigliata. Commisso vorrà certamente il meglio, anche se al momento mi sembra messo a dura prova...".

Ecco, quanto può incidere la complicazione relativa allo stadio?
"Il presidente si sta spazientendo, è una situazione a rischio. Basti pensare a quel che è accaduto alla Roma con Pallotta, il quale quando ha capito che lo stadio non glielo facevano fare ha iniziato a mollare. Inoltre Commisso è arrivato in Italia con l'intenzione di prendere il Milan, ricordiamolo, poi ora si sta appassionando a Firenze però lui sa benissimo che per poter fare un salto di qualità ha bisogno di uno stadio di proprietà: restaurare il Franchi costerebbe forse di più e si continuerebbe a operare in una posizione non ideale per la realizzazione di certi ammodernamenti. Se la solita politica in Italia è quella di bloccare gli imprenditori, lui può salutare. Anche perché Commisso non è un imprenditore italiano, cosa che gli permetterebbe di avere altre sinergie, invece vive in USA dove ha tutti i suoi interessi, mentre sa che la Fiorentina è una piazza appetibile ma non vi è legato da situazioni di passione e crescita al suo interno. Pertanto, come è arrivato dal nulla può ripartire altrettanto dal nulla".