LA PAURA FA 40

12.05.2019 20:00 di  Pietro Lazzerini  Twitter:    vedi letture
LA PAURA FA 40
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca 2019

E' inutile girarci intorno. Dopo aver parlato a lungo (seppur ad ampia distanza numerica) di Europa, da diverse settimane i punti in classifica hanno spinto tutto l'ambiente viola a parlare di corsa salvezza, tema che sembrava tabù ma che ora è un qualcosa di pericolosamente reale. La Fiorentina non vince da febbraio e i 40 punti conquistati nelle 36 giornate fin qui disputate, non bastano per stare tranquilli (LEGGI QUI tutti gli intrecci di classifica possibili) , soprattutto considerando che chi c'è dietro non ha certo intenzione di arrendersi come invece pare abbiano fatto i ragazzi di Montella. 

Non ci vuole tanto per capire che la squadra non risponde a qualsiasi input, che non segue più una logica e che, forse, anche lo spettro di una retrocessione "impossibile" abbia colpito alcuni dei giocatori chiave. Veretout, per esempio, promesso sposo del Napoli ancelottiano, non è la prima volta che si comporta così in momenti di difficoltà. La Fiorentina lo ha acquistato dall'Aston Villa retrocesso. L'anno scorso mollò all'ultimo con un'espulsione senza senso. Quest'anno ha fatto uguale. E se lui è uno dei leader in campo di questa triste viola, è facile capire come lo stato d'animo anche degli altri sia quanto meno simile. 

Contro il Milan solo due giocatori hanno provato effettivamente a dare la scossa ai compagni: il solito Chiesa e l'esperto Mirallas. Gli altri hanno giocato intimoriti, ma non dalla contestazione come qualcuno sembra pensare, bensì da una classifica che come succede per i temporali estivi, ha reso tutto nero in pochissimo tempo. Spetta a Montella, arrivato in anticipo per preparare il futuro, a non rendere agghiacciante una stagione fallimentare. Anche se le percentuali di retrocessione sono molto basse a causa delle molte squadre al di sotto dei viola, è chiaro che scherzare col fuoco, come fatto fino a ora, non è l'atteggiamento giusto per tirarsi fuori da queste impreviste sabbie mobili. I giocatori si prendano le responsabilità che hanno, ovvero quelle legate al campo, salvino la faccia prima che sia troppo tardi e poi decidano cosa fare. Di mezzo c'è Firenze e il cuore di migliaia di tifosi, inutile ripetere che non è certo il momento di pensare ad altro.