IL RIMPIANTO PIU' GRANDE di M. Magrini

Di Matteo Magrini
14.04.2010 00:00 di  Matteo Magrini   vedi letture
IL RIMPIANTO PIU' GRANDE di M. Magrini

Sembrava la serata perfetta. Di quelle che vivi tutto d’un fiato e quando arrivi alla fine realizzi di aver vissuto un attimo di storia. Una serata iniziata col sorriso devastante di Stefano Borgonovo che aveva fatto credere a tutta Firenze di poter andare oltre ogni ostacolo. Un cuore enorme, quello di Borgo, mai come ieri trascinatore vero di una Curva che ha urlato tutta la sua voglia d’impresa. Sembrava la serata perfetta. Come col Milan, come con la Roma, come col Bayern Monaco. Sembrava la serata perfetta, ma non lo è stata.

Un primo tempo di speranza prima dell’ennesimo scivolone difensivo suonato come un assordante gong su una stagione che non ne vuole sapere di trovare la retta via. La Fiorentina gioca, regala speranze e a volte certezze ma quando arriva il momento del passo decisivo inciampa. Sempre. Come un bambino che pensa di essere grande, quando ancora deve imparare a camminare. Ci prova, cade, si rialza e riparte ma alla fine il tonfo può far male. Molto male. La Viola di quest’anno è così. La voglia di essere grande tra le grandi, l’illusione di farcela e poi la caduta. Una, due, tre volte. Si è sempre rimessa in piedi, ieri no. Ieri la botta è stata violenta. Da k.o.

E adesso? Adesso ti volti e vedi Ovrebo e Rosetti. Vedi Gila che contro la Roma sbaglia un goal che ancora ti chiedi come sia stato possibile e Vucinic che a cinque minuti dalla fine regala alla Roma una vittoria mai tanto immeritata. Vedi Robben farsi quaranta metri di campo e scaraventarti in faccia un pallone che chiude gli occhi sul sogno Champions. Flash, fotografie di mille rimpianti. Immagini di quello che poteva ma non è stato. La stagione dei rimpianti rischia di chiudersi così. Nel modo più triste. Tra la voglia di cancellare tutto e il desiderio di trovare in tutto questo qualcosa di positivo, qualcosa che regali speranza. Che fare?

L’Europa è sempre più lontana e ormai ci eravamo abituati. Tornare a fare la partitella ai campini, il giovedì, è incubo atroce per chi da due anni si addormenta con l’inno della Champions. Roba dura, ma tant’è. Mollare, però, non è roba da fiorentini. Proviamo a ripartire, allora, cancellando le tremende immagini di cui sopra e portando nel cuore l’esempio straordinario di chi i rimpianti li prende a calci, giorno dopo giorno. Ce l’ha chiesto ieri Stefano, con quel sorriso che solo a pensarci mette i brividi. Deluderlo, questo sì, sarebbe un rimpianto impossibile da cancellare